giovedì 3 dicembre 2015

Il crocifisso dove lo metto?

A poche settimane dal Natale è immancabile la solita pensata goliardica in anticipo sul Carnevale e comunque fuori luogo.
Il preside della scuola elementare di Rozzano ha deciso arbitrariamente di vietare, in nome di una personale interpretazione della laicità, sia i canti natalizi cantati a scuola, sia la realizzazione del presepe adducendo a pretesto che, queste tradizioni urtano la sensibilità e la fede religiosa degli altri bambini e che comunque la scuola, essendo un edificio pubblico deve essere terza e imparziale nei confronti delle religioni professate.
Ovviamente il preside come del resto i docenti si guardano bene dall'osservare come i giorni festivi coincidono "casualmente" con le festività religiose che, in Italia sono cristiane e non solo laiche e che, fare, a spese dei contribuenti due settimane di cazzeggio non urta la sensibilità di credenti e non e neanche degli altri cittadini che a differenza di presidi e docenti lavorano anche a Natale e Capodanno senza che ci siano sindacati a difendere, il sacrosanto diritto di astenersi dal lavorare in quei giorni.
Una visione davvero originale del concetto di laicità che dovrebbe, a mio parere, garantire e tutelare la libera professione di fede pubblica e privata di ciascuno, senza offendere quella altrui invece di sbandierare motivi di laicità e offendere quella della maggioranza che si professa cristiana e che, giustamente vede in queste forme di divieto un attacco frontale alla propria sensibilità confessionale.
A "difendere" chi protestava contro l'assurda decisione del preside sono scesi in campo anche i genitori degli alunni musulmani che frequentano l'istituto, affermando che i canti natalizi e la realizzazione del presepe non offendono minimamente il loro essere musulmani e anzi, vedono in queste tradizioni una forma di integrazione.
Spesso visti come un pericolo pubblico, a volte considerati come professanti una religione dall'aspetto ambiguo, i genitori musulmani sono stati più maturi di un preside che di laico ha solo la voglia di godersi le feste "religiose" che sono per legge obbligatorie alla faccia di chi, per portare a casa qualche euro in più è costretto a rompersi la schiena anche durante le festività invernali.
Il preside, all'indomani della protesta, ha abbandonato la dirigenza dell'istituto non rilasciando dichiarazioni.
Uno smacco forte per i tanti che vagheggiano idee laiche e laiciste ma non sapendo di cosa parlano pensano bene di attaccare una religione in particolare e non una a caso, ma quella maggioritaria per varie ragioni.
Ovviamente i pasionari del laicismo non si azzardano a criticare o contestare la libertà dei musulmani di professare la propria fede perchè, come accaduto per la vignette satiruche del Charlie Hebdo corrono seriamente il rischio di saltare per aria per colpa di un fanatico integralista, o, nei migliore dei casi, trovarsi un migliaio di musulmani incazzati sotto casa che minacciano sfracelli.
I pasionari di una forma malata del laicismo non si azzardano a contestare la libertà degli ebrei di professare la loro fede perchè una cosa simile l'hanno fatta già i nazisti infornandone milioni. Dunque, non si fa lo stesso errore due volte.
Però con i cattolici le cose stanno diversamente. Si può ciarlare liberamente sul fatto che la Chiesa Apostolica Romana abbia, nel mondo oltre 2000miliardi di euro di beni immobili alla faccia della povertà tacendo sul fatto che gli immobili sono quasi esclusivamente donazioni libere e volontarie. Si può far notare con un certo vituperio di come il clero viva in un lusso sfrenato e senza vergogna ma si tace sulle opere di beneficienza compiute ovunque e che, il presunto lusso riguarda solo certi prelati, come lo spreco secolare riguarda bensì gran parte del mondo politico.
Si può battere i pugni sul tavolo adducento a pretesto che la religione cristiana sia una fede tentacolare e oppressiva che, in ogni modo tenta di prendere con ogni mezzo (?) nuovi fedeli, dimenticando che le conversioni in realtà sono libere e spontanee e rigurdano anche persone che erano anche assolutamente estranee alla religione cattolica e non parlano di atti violenti bensì di una "conversione" avvenuta per fattori scientificamente inspiegabili e che la mente umana stenta a comprendere.
I "laicisti" possono mettere alla berlina la Chiesa cattolica per la sua battaglia contro ogni forma di conoscenza scientifica senza sapere che, molto spesso è proprio la Chiesa a chiedere e pretendere che su determinati fenomeni indaghi proprio la scienza cercando spiegazioni razionali e dunque potendo agire liberamente nel riconoscere o no miracoli, apparizioni o altro.
I "laicisti" dunque contrariamente a ogni forma di rispetto, e libertà religiosa attaccano quellacattolica ipocritamente per garantire la libertà altrui negandola alla maggioranza che, a pari degli altri, ha il diritto di professare liberamente la propria fede.
La battaglia condotta da questi personaggi intrisi di una avversione feroce verso la fede maggioritaria e anche ingiustificata sfocia apertamente in una forma non tanto velata di anticlericalismo e ateismo di stampo sovietico in barba, a quanto detto sopra sul vero concetto di laicismo ovvero imparzialita e terzietà dello stato che deve garantire la libera professione di tutti.
A quanti mirano a un modello di laicità assai simile se non superiore a quello introdotto in Francia ricordo che:
1) La Francia resta, nonostante la laicità una nazione a maggioranza cristiana
2) La Francia ha introdotto la laicità avendo i suoi bravi scheletri nell'armadio in tema di libertà religiosa sempre fatta a danno di quella maggiore.

Infatti i transalpini per secoli non si sono certo risparmiati in termini di fede in quanto Carlo Magno ha condotto una guerra anche religiosa contro i Sassoni convertendoli a forza, alcuni re francesi del Medioevo hanno preso la croce accettando di farsi pellegrini in Terrasanta e vantano anche un re santo crociato (Luigi IX), il fondatore dell'ordine dei Templari così come l'ultimo Gran maestro erano francesi e per settant'anni la Francia ha praticamente tenuto per se il papa ad Avignone con tanto di cardinali francesi contrari al suo ritorno in Italia. Napoleone I ha firmato un concordato con la Chiesa Cattolica ripristinando la libertà di culto, Napoleone III ha difeso lo stato pontificio quando è stato attaccato dalle truppe volontarie guidate da Garibaldi nel 1867.
I presidenti francesi tanto laici e imparziali oltre alla carica di presidenti della Repubblica, sono anche non solo co-principi di Andorra ma anche protocanonici d'onore della Arcibasilica papale di san Giovanni in Laterano, titolo onorifico concesso dai papi ai precedenti sovrani francesi.

In conclusione, la faccenda della scuola di Rozzano dimostra come molte persone intendono in concetto di laicità, ovvero non come un modo per creare un dialogo e rispetto reciproco insieme alla libertà di professare la fede, ma di attaccarne una in particolare non solo non potendo fare lo stesso con le altre fedi, ma perchè fa comodo anche per farsi campioni di certe idee personali e alfieri di certe azioni offensive.
La libertà di professare anche pubblicamente la propria fede è valida anche per i cattolici che non hanno diritto di essere offesi nel loro sentimento ne aggrediti nelle loro convinzioni personali, con scuse abominevoli partorite dalla fogna di qualche pseudo laico-anticlericale.



venerdì 20 novembre 2015

Continente trinariciuto

Come volevasi dimostrare. Sono bastati gli attacchi terroristici di Parigi lo scorso 13 novembre 2015 per confermare quanto scritto da me, su questa piattaforma,  nel post precedente.
Tornando sull'argomento della libertà e della democrazia diffusi e predicati a partire dai primi anni del XVIII secolo, è bene notare come questi sani precetti che, si badi bene, non sono e non possono essere prerogativa esclusiva di una classe sociale, siano stati instaurati in Europa colpendo acriticamente, ciecamente una religione che, volenti o nolenti è stata per secoli un vero collante di popoli e culture europee diverse tra loro.
Dalla soppressione dell'ordine gesuita in nome del secolarismo, fino al processo di scristianizzazione forzata in Francia durante la Rivoluzione con il culto dell'Essere Supremo, per finire ai governi anticlericalisti del Messico e all'ateismo sovietico del XX secolo, si vede come il cristianesimo abbia subito attacchi frontali vedendo la religione cristiana esclusivamente sotto le vesti materiali dei chierici e non in quelle della sua funzione e della sua missione oltre alla sua strutturazione.
Adesso a distanza di trecento anni dall'inizio di questo processo di diffusione vediamo come, basta un sentimento umano per attaccare, quello che fino a questo momento era considerato irrinunciabile e sacro come un totem, ovvero la libertà di circolazione e di espressione.
Libertà incrinata non dal di fuori, ovvero dalla follia fondamentalista, quanto dai ventotto rappresentanti della Unione Europea che, come struttura economica e politica di, libero a ben poco, a cominciare da un Europarlamento ridotto a funzione di discussione su quisquiglie.
Ed ecco che, contrariamente a quanto dovrebbe accadere in simili casi ovvero, lasciare all'Europarlamento discutere, decidere e votare eventuali misure straordinarie (paradossali comunque, anche se votate da un organo democratico), questo incarico venga assunto dai ventotto ministri esteri europei che scioccati come donnette isteriche da quanto è accaduto, hanno deciso di "modificare2 sostanzialmente gli accordi di Shengen limitando la libera circolazione di uomini e mezzi che tornaranno a essere controllati alle frontiere.
l'Unione Europea come gli Stati Uniti dopo l'11 settembre 2001 che, con il Patrioct Act pose seri limitazioni e controlli in tutti gli aereoporti, al fine di evitare di imbarcare oggetti pericolosi che potessero essere usati da altrettanti potenziali dirottatori e che, con il Freedom Act di Barack Obama è stato esteso fino al 2019.
All'indomani della strage di Parigi, evidentemente i valori di libertà e democrazia, in Europa non sono così intoccabili e sacri come si voleva far credere se, una colpa delle intelligence nazionali deve essere pagata da tutti noi con limitazioni delle libertà personali e con i cittadini proni ad accettare tutto questo, come proni hanno accettato i precetti democratici e i valori illuministici che avevano precedentemente attaccato i valori e le radici cristiane condivise da tutti.
Contrariamente ai dogmi e alla strutturazione del cristianesimo, ecco che, i precetti democratici mostrano il loro valore secolare e temporaneo che possono essere tranquillamente ristretti agitando lo spettro della paura e del terrore come accaduto in Francia durante il Grande Terrore, in Germania all'ascesa di Hitler, in Italia con Mussolini e negli USA durante gli anni '50 con la "red scare".
Per questa Europa trinariciuta, pronta come la vedova nera che divora il marito dopo esserne stata fecondata, vale una vecchia vignatta satirica in voga ai tempi della Rivoluzione Francese che mostra Robespierre che in una selva di ghigliottine decapita una allegoria della Francia col berretto frigio e in cui era scritto "Non potendo tagliare le teste dei francesi, Robespierre taglia la testa della Francia".
L'europa non potendo incatenare i terroristi incatena i cittadini europei.
Ecco come i grandi valori di libertà, eguaglianza e democrazia, all'occorrenza siano frasi ad effetto che nella pratica possono essere parzialmente rimangiate, in Italia ne abbiamo da qualche anno un esempio pratico, l'Europa segue a ruota. Dunque prepariamoci cittadini europei all'ennesimo: "Contrordine cittadini!"

sabato 14 novembre 2015

Miserere.

"Miserere mei Deus secundum magnam misericordiam tuam".

All'indomani dell'atroce attentato compiuto a Parigi, le parole del Salmo 51 fotografano bene la situazione che sta vivendo non solo la Francia, ma un intero continente.
Sui social gli utenti si affannano a scrivere frasi e commenti di solidarietà nei confronti delle vittime degli attentati, a esprimere con gesti e simboli la loro vicinanza al popolo francese colpito al cuore da un manipolo di fanatici integralisti che hanno ammazzato e sono stati ammazzati per un amore portato alla follia e al delirio.
Le lacrime, i singhiozzi, le teste chine e le bandiere abbrunate lasceranno prestissimo il posto alle idee e alle discussioni per trovare soluzioni, che possano impedire il ripetersi di queste tragedie, anche se, dopo l'attentato al Charlie Hebdo, le discussioni sono state sterili e le soluzioni rimaste sulla carta.
Gira voce tra i media dirittura l'ipotesi, che la UE possa creare un organismo militare unico dopo le per nulla azzeccate decisioni di unificare frontiere, moneta e organismi politici con i risultati ben visibili sotto gli occhi di tutti.
Un esercito unico europeo, forse con compiti di polizia o forse con compiti espressamente militari con la prospettiva inquietante di utilizzare i soldati a crear danno in territorio altrui, magari seguendo l'esempio dei soldati americani in Iraq e Afghanistan che, non potendo sparare, si divertivano a torturare prigionieri o semplici civili. Il presidente Francese forse non ricorda le parole del suo predecessore Maximilien de Robespierre che affermò: "Nessuno ama i missionari armati", forse neanche la sua fine.
Il problema non è soltanto la scheggia del terrorismo islamico che recluta anche adepti in casa nostra (Europa), quanto di capire che cosa è l'Europa e in cosa crede, se mai esiste qualcosa in cui essa crede.
Analizzando ciò che accade dopo fatti di sangue simili, si ha la netta sensazione di avere a che fare con una società allo sbando, senza alcun punto di riferimento che si sveglia debole, indifesa, addirittura impotente, assolutamente incapace di reagire.
Una impotenza psicologica e materiale cui neanche i "dogmi" del mondo secolararizzato e democratico riescono a far fronte e a smuovere.
Mi riferisco alle cosiddette "libertà" che vanno da quella religiosa (ma è davvero così?), a quella di espressione, di associazione et similia. Concetti inculcati fin dalla primissima infanzia ma che, davanti a momenti simili sembrano sgretolarsi lasciando il posto allo sgomento e inermi milioni di persone che si gettano in preda allo sconforto.
Eppure dovrebbe essere facile per una società fondata sui precetti della Rivoluzione francese e dell'Illuminismo reagire energicamente esprimendo la ferrea volontà dei propri diritti e della propria libertà ergendosene a difesa granitica. Invece no, le dichiarazioni si limitano a frasi di circostanza, le reazioni sono farisiache o di profonda depressione.
La verità è che dietro i cosiddetti valori "del liberalismo" e del "secolarismo" c'è il vuoto, valori che si limitano solo a essere mere espressioni ma che non indicano soluzioni ne danno la forza necessaria per reagire, la verità è che la società Europea brancola nel buio senza sapere in cosa credere e senza alcun punto di riferimento, la verità, è che la società europea ha smesso di credere nel vero, nell'unica cosa per cui valeva la pena vivere (e morire), per accettare ad occhi sbarrati tutto ciò che una elite colta le ha propinato e che ora rivela tutta la sua debolezza intrinseca.
Si badi bene, non è una condanna al valore dell'accoglienza, quanto una presa di coscienza che, i valori secolari non riescono a far fronte a tragedie simili ne riescono a risollevare la società che non crede forse neanche più ai concetti del liberalismo diffusi dal movimento illuminista.
La società Europea, votatasi corpo e soprattutto anima ai precetti dell'illuminismo che mettevano in discussione (se non a condannare) i valori cristiani e la società da essa formata, è andata incontro al buio. Rinnegare, condannare, tout court tutto il passato e tutti i suoi valori è stato fatale in quanto l'Europa ha perso la sua identità per adottarne un altra, senza capire che era poco meno di una maschera: bella da far vedere, bella da diffondere e far provare, quanto ingannevole.
La verità è che l'Europa, colpita al cuore è assolutamente incapace di reagire all'odio religioso di una parte del mondo, perchè una identità religiosa non esiste più e se ne restano brandelli vengono bollate come superstizioni e sopravvivenze di un mondo ormai scomparso.
L'enunciato che afferma l'assoluta eguaglianza di tutte le religioni e la possibilità (libertà) di professare liberamente la propria fede, può trarre in inganno.
Una analisi approfondita e attenta di tutte le religioni, della loro storia, della loro evoluzione, unita alle testimonianze dei professanti soprattutto di parte cattolica rimpicciolisce l'affermazione al semplice fatto che se è vero che, nel mondo secolare, per usare una metafora, tutte le fedi religiose partono dalla partenza, è altrettanto vero, osservando la storia, che il cristianesimo arriva primo tra tutti, ma il cattolicesimo prima di tutti gli altri. Infatti la diffusione avuta dal cristianesimo in generale  ha fatto si che questa fede, contrariamente a tutte le altre, abbia trovato sempre terreno fertile per le conversioni in ogni parte del mondo escludendo pagine indegne della Chiesa che, essendo una fede governata da esseri imperfetti e impuri come gli esseri umani, ha avuto le sue colpe, come di colpe si è macchiato il mondo secolare che, restando in terra di Francia, per diffondere i suoi "dogmi" si è lordata le mani di sangue.
L'europa anche come organismo politico non è capace di reagire perchè non avendo, al di fuori della moneta unica, un valore condiviso, resta ferma sull'orla della fossa seduta, non c'è nulla, sia per la società Europea, sia per l'Unione Europea, qualcosa per cui reagire e alzare la testa, non ci sono principi, non ci sono valori condivisi da difendere con forza, per cui lottare, l'Europa è abbandonata a se stessa sola con enunciati scritti sulla carta ma che molti disprezzano e ritengono inutili, in momenti simili. La società Europea dunque, paradossalmente non crede neanche in quello in cui credeva fino al giorno prima, non crede alle frasi ad effetto, come ai concetti di libertà sbandierati.
Impossibile in queste condizioni sperare che un continente senza identità e senza volto reagisca, impossibile credere che una società senza valori condivisi, posssa unirsi se non limitandosi al cordoglio.
Una società senza valori è una società impotente, indifesa, potenziale ostaggio del primo fanatico religioso, obiettivo succulento da schiacciare per propagandare il proprio fanatismo e il proprio delirio malato.
C' è una sostanziale differenza tra la società europea e i fanatici islamici: i secondi ammazzano e si fanno ammazzare per un Dio che non esiste, ma che i precetti illuministi rispettano, i primi crepano avendo voltato le spalle ai veri valori religiosi e che i dogmi illuministi detestano o ridicolizzano. Lascio a voi decidere chi ha commesso l'errore più grande.
Concludo dicendo che è inutile chiedere a tutti di suonare e cantare la Marsigliese in segno di fratellanza, sarebbe opportuno Cantare il Miserere per un continente che non crede e non vuole più credere neanche a se stesso.

mercoledì 28 ottobre 2015

Rosso o verde?

Ci mancava solo questa. Con tutti i problemi da risolvere sentivamo davvero il bisogno di accapigliarci su un importante rapporto stilato dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che dimostra come un consumo eccessivo di carne rossa, aumenti del 18% il rischio contrarre il tumore al colon.
Tutto per la gioia irrefrenabile di vegetariani e vegani che non perdono occasione di incolpare, i voraci mangitori di bistecche, accusandoli di fomentare un consumo non eco sostenibile, di aumentare l'inquinamento, di essere uno dei responsabili per lo spreco di cibo e di accettare, consumando tonnellate di bistecche, tutte le torture inaccettabili inflitte agli animali oltre alla dolorosa morte tutto per saziare la voracità incontenibili dei carnivori a due zampe.
Ai novelli franceschisti, e alle anime candide che sono certe di aiutare la natura, eliminando per convinzione la carne dalla loro dieta "verde" sarebbe bene ricordare che si, uomini come Leonardo da Vinci, e Ghandi erano convinti vegetariani e che sono vegetariani anche alcune confraternite religiose cristiane, ma è anche vero che un vegetariano famoso era  Hitler. meno male verrebbe da dire, visto che da vegetariano ha sterminato qualcosa come 17 milioni di esseri umani, figuriamoci cosa avrebbe combinato se fosse stato un cannibale.
Agli hooligans del "piatto verde" sarebbe bene ricordare che, se il consumo di carne è oggetto di un gigantesco giro di denaro, non mi pare che frutta e verdura si possano prendere gratis e che anche questi cibi hanno il loro giro di businnes che fa gonfiare le tasche, non dei poveri lavoratori che li coltivano ma delle grandi industrie di conservazione, e di ingrosso che vendono foglie di insalata e lattuga anche per i panini di Mc Donalds che oltre all' hamburger hanno come contorno proprio la foglia vetegale....
Ai tifosi a senso unico del mangiar verde, che puntano il dito alla maniera di Savonarola urlando su come le bestie vengono macellate per foraggiare il consumo di carne, ricordiamo che frutta e verdura sono organismi pluricellulari viventi alla stessa maniera delle bestiole e che, se potessero avere gli occhi e la bocca per esprimere i loro sentimenti, ogni qual volta un bimbo calpesterebbe i fili d'erba, questo si beccherebbe un vaffa di cuore, ogni qual volta un contadino sradica le coltivazioni vegetali, non credo che sarebbe entusiasta del trattamento rude che lo strappa dal suo habitat meno ancora se sapesse di finire nello stomaco di qualche vegano intollerante, non nel senso alimentare, ma proprio nel senso di capoccia.
Il nocciolo dunque non è incolpare gli altri di essere più inquinanti di tutti o di puntare il dito o esultare per la ricerca di una organizzazione illustre, quanto di capire che, l'organismo ha bisogno di una dieta equilibrata e che, ognuno deve essere libero di mangiare ciò che vuole senza essere additato come un mostro carnivoro o vegetariano. Non è dunque rispolverare la lotta tra caino e Abele la soluzione ai mali della società quanto cercare di sprecare meno cibo possibile puntando su un riutilizzo creativo di avanzi e rivedere anche il sistema produttivo a larga scala che invade gli scaffali di ogni mercato, per poi restare largamente invenduto e finire al macero carne e vegetali inclusi.
La questione è cambiare anche il modo di nutrire terra e animali che spesso ingurgitano per colpa dell'uomo tonnellate di schifezze partendo dai mangimi dopati per gli animali da macello e concludendo con fitofamaci, diserbanti, insetticidi per frutta e verdura che finiscono sulla nostra tavola.
Il punto è capire che se un consumo eccessivo di carne rossa aumenta il rischio (non i tumori) di tumore del 18%, il rischio aumenta anche per coloro che essendo vegani consumano frutta e verdura inquinati con veleni dannosi per ambiente e esseri viventi.
La condanna non deve riguardare una sola categoria di persona in base a ciò che consumano, ma anche a tutto il resto riocordando che pesticidi e diserbanti sono prodotti da industrie  anche multinazionali che sono interessate alla vendita e al consumo intensivo di questi prodotti. Consumare frutta e verdura, non garantiscono l'immortalità dato che molto spesso sono trattati chimicamente prima di arrivare al consumatore.
A proposito, dall'Europarlamento arriva il si al consumo di alghe e insetti spacciati come cibo del futuro. Un giorno forse più che innovativo cibo del futuro saranno le sole cose che resteranno dopo che 10 miliardi di esseri umani hanno divorato carne, frutta e verdura o l'avranno fatta marcire perchè "in eccesso" mentre discutevano se essere carnivori o vegani.

giovedì 15 ottobre 2015

Sacrilegio, doppio sacrilegio, sacrilegio con fiocco....

Si tiene a Roma in questio giorni il Sinodo dei vescovi che sono chiamati a esprimersi (non a decidere) su un tema che sta dividendo la comunità crisitana e le alte gerarchie ecclesiastiche: ovvero concedere o meno l'eucarestia anche a coppie di divorziati e risposati.
Innanzitutto partiamo da una precisazione doverosa. Il divorzio è una legge dello stato italiano varata all'inizio degli anni '70 e confermata tramite un referendum popolare che ne chiedeva l'abrogazione.
La Chiesa Cattolica Apostolica Romana ha sempre combattuto, contrastato, la legge battendosi accanitamente affinchè il referendum popolare abrogasse la legge che istituiva "lo scioglimento" del matrimonio civile.
La stessa Chiesa non riconosce alcuna validità al divorzio in quanto esso non scioglie definitivamente in alcun modo il vincolo matrimoniale che si interrompe, secondo la dottrina, esclusivamente con la morte naturale di uno dei due partner.
Il cattolicesimo prevede, come del resto, lo stato italiano, l'annullamento del matrimonio, secondo regole e modalità ben definite e specifiche, ad esempio: la costrizione, la minaccia, un matrimonio svoltosi senza l'accordo dei due coniugi o, più semplicemente perchè è venuto meno l'obiettivo principale del sacramento ovvero, la nascita dei figli dunque la consumazione del matrimonio.
Qualcuno potrebbe benissimo chiedersi quale differenza intercorra tra scioglimento del vincolo matrimoniale e annullamento: la differenza è che il divorzio viene sancito tramite articoli di legge e stabilito da un giudice secolare in una aula di tribunale in base alle leggi vigenti ma che non "cancella" il vincolo matrimoniale ma stabilisce in sostanza che i due partner liberi dal legame possono contrarre nuove nozze. Dunque il matrimonio precedente è, ragionando in termini religiosi, ancora valido, ergo per la Chiesa cattolica i divorziati risposati,  congiungendosi con un altro partner si macchiano di un peccato mortale gravissimo quale la bigamia.
Non riconoscendo validità al divorzio, la Chiesa impedisce la celebrazione di nuove nozze a uomini e donne divorziati e non concede il sacramento dell'eucarestia a essi in quanto in stato di peccato mortale.
Anticipando i commenti superflui a questa esposizione dei fatti, dico subito che, quanto scritto sopra non è quanto sostengo io, povero (in)fedele ma quanto stabilisce da decenni la Chiesa cattolica all'interno della sua dottrina e del suo insegnamento. Se ciò rende retrograda la religione cattolica, a tratti liberticida e amorale, si sappia che la religione cattolica non può per natura essere un organismo democratico intendendo "democrazia" il concetto sviluppato a partire dal settecento con l'affermazione dei diritti dell'uomo e del cittadino e via discorrendo. Quindi misurare la dottrina e il comportamento della Chiesa in termini di illuminismo e liberalismo e diritti umani è quanto più sbagliato si possa fare, la Chiesa cattolica non risponde al mondo secolare e ai suoi "principi" in quanto porta avanti una dottrina lunga oltre duemila anni.
Chiusa questa parentesi, passiamo ai fatti di giornata.
Durante i lavori del Sinodo un vescovo parlando davanti all'assemblea, ha esposto un episodio strappalacrime ma che, analizzandolo, suscita un moto di scandalo e di indignazione per chi conosce a fondo il funzionamento della Chiesa Cattolica.
Il vescovo in questione ha detto che durante la celebrazione della messa a cui partecipavano una coppia di divorziati, non potendo, il vescovo concedere il sacramento a nessuno dei due ha visto il figlio della coppia scoppiata prendere in mano l'ostia dividerla in due e consegnarla, con un gesto di carità, a entrambi. Fiumi di lacrime italiche, fazzoletti a portata di mano, commozione allo stato puro, una esplosione di buoni sentimenti per i soliti imbecilli che si lasciano abindolare da episodi simili.
In realtà osservando crudamente l'episodio si tratta nient'altro di uno dei più gravi e pericolosi casi di sacrilegio compiuto ai danni della particola che, come tutti sappiamo, per il dogma della Transunstanziazione diventa sangue e corpo di Cristo.
Fino al Concilio Vaticano II era impensabile, inconcepibile, assolutamente vietato prendere da parte del fedele la particola consacrata direttamente dalle mani del sacerdote, in quanto atto sacrilego che veniva aspramente punito. L'atto è sacrilego tutt'ora anche se il "reato" è passato in secondo piano data la abitudine dei fedeli che ogni domenica si lasciano, per così dire, prendere la mano.
"Reato" non perseguibile più di tanto, o meglio non come cento anni fa, in quanto il fedele sarebbe anche autorizzato a prendere la particola consacrata con le mani. Perchè?
Perchè Paolo VI a conclusione del Concilio Vaticano II firmò a malincuore e anche controvoglia e addirittura con inganno un documento in cui si stabiliva un indulto per quei fedeli che, per sbadataggine o ignoranza avessero preso tra le mani l'ostia direttamente dalle mani del sacerdote.
Quindi tutto finito? No, perchè per i tanti che sono addentrati nel meccanismo della Chiesa e praticano costantemente la fede cattolica, l'atto di prendere tra le mani l'ostia rimane sempre un sacrilegio gravissimo in quanto offende il corpo e il sangue di Cristo. A conferma di tale fatto faccio un esempio un po' lontano e un po' diverso che  potrebbe rendere bene l'idea:  Alessandro VI alias Rodrigo Borgia durante la celebrazione solenne della messa, fece cadere involontariamente una particola per terra, un suo assistente prontamente si accinse a raccoglierla, quando fu briscamente fermato dal papa che gli ordinò di lasciarla stare dov'era. Il gesto suscitò ripugnanza perfino a un ecclesiastico che commentò la vicenda scandalizzato al termine della funzione.
Concludo nel far notare su come certe notizie suscitino facilmente l'emozione lacrimosa dei cittadini comuni che vedono nella negazione dell'eucarestia ai divorziati risposati una intollerabile ingiustizia accusando la Chiesa di essere matrigna.
In realtà le cose studiandole stanno in maniera completamente diversa: non è la Chiesa ad allontanare i fedeli, in quanto il messaggio e la dottrina riguarda e raggiunge tutti e tutti i ceti sociali senza distizione (altro che la democrazia e i diritti umani...), ma sono i fedeli che compiendo una scelta, offerta dal mondo secolare come un atto di progresso, si allontanano dalla Chiesa. Essa agisce e si comporta secondo una dottrina vecchia di due millenni che non può e non deve essere misurata con i parametri del concetto del mondo secolare i cui valori e i cui principi sono labili e possono essere rimangiati.
Per cui cari lettori prima di stracciarvi le vesti dopo aver ascoltato o letto il racconto del monsignore in questione e lasciarvi scappare la lacrimuccia da coccodrillo, cercate di capire, come funziona il meccanismo della Chiesa e cosa dice la dottrina della stessa in proposito a episodi simili, prima di ululare alla luna il vostro dolore o fare come le volpi che, non potendo raggiungere l'uva dissero che era acerba.

mercoledì 23 settembre 2015

C'eravamo tanto odiati.....

La passata visita di Papa Francesco in terra di Cuba,uno degli ultimi avamposti del socialismo reale, sembra porre fine alla inimicizia tra marxismo e religione cattolica.
Il viaggio apostolico spalanca, o perlomeno, spalancherebbe le porte per una razionale analisi tra cattolicesimo e la dottrina di Marx che a differenza, di quanto si vuole lasciar credere hanno non pochi punti in comune, seppur seguento modalità diverse.
All'epoca della pubblicazione dell'opera del filosofo tedesco, la Chiesa era l' ultimo simulacro di un mondo che ormai era scomparso per sempre, ovvero la verità rivelata, la religione di Stato, l'alleanza (mortale) tra Trono e Altare. Punti cardine messi a soqquadro dalle rivoluzioni liberali (americana e francese) e dai moti della prima metà del XIX secolo in Europa che misero in discussione prima, e in crisi quasi irreversibile poi, la stessa Chiesa che, impotente davanti all'avanzare del libero pensiero e dei diritti civili, si chiuse in se stessa rifiutando qualsiasi dialogo con un mondo ormai rovesciato dai figli dell'Illuminismo.
Il "manifesto" del nascente partito comunista fu il nuovo pericolo imminente, ancora peggiore del male del liberalismo che, seppur attaccando la Chiesa, non ne aveva minacciato l'esistenza. Il passo in cui Marx affermava che, "la religione è l'oppio dei popoli" bastò a mettere sul piede di guerra tutta l'armata ecclesistica che urlava alla blasfemia e al nuovo "Anticristo".
La storia successiva fu un lunghissimo conflitto tra due sistemi agli antipodi: l'uno incitava alla preghiera, e a rafforzare la fede cattolica affidandosi alla Madonna, ai Santi e alla Chiesa di Roma, l'altro da Mosca, studiava scientificamente come annientare, azzerare, porre una lastra tombale sull'oppio dei popoli e far passar il singhiozzo delle genti oppresse dopo aver praticamente disintegrato, in Russia, la Chiesa ortodossa.
Due sistemi che per decenni si sono affrontati e scontrati senza capire che, le inasanabili differenze, partivano da un punto in comune: gli ultimi, i diseredati di questo mondo, gli oppressi, gli sfruttati delle classi sociali più modeste e che seppur in maniera diversa il marxismo e il cattolicesimo avevano lo stesso obiettivo: rendere più dignitosa la vita dei sopra citati anche se con percorsi differenti, la predicazione e la fede, l'uno, la rivoluzione violenta l'altro.
Lo scontro senza esclusione di colpi, si è concluso con la sconfitta del comunismo reale, il crollo del regime sovietico in mezza Europa, grazie soprattutto al contributo politico, sociale, economico, di Giovanni Paolo II che sostenendo Solidarnosc ha contribuito alla "liberazione" della Polonia che, negli anni successivi per una sorta di compensazione, si è gettata politicamente a destra.
Indubbiamente il marxismo che affermava come la religione fosse "l'oppio dei popoli" era impreciso in quanto, le classi più umili ridotte, soprattutto nel XIX secolo in miseria e mantenute a uno sfruttamento simile alla schiavitù, non avevano altro mezzo per sopravvivere, chela fede religiosa come ultima risorsa indispensabile per foraggiare la speranza di una vita eterna, almeno migliore, di quella vissuta quaggiù. Sarebbe dunque più appropriato parlare non di oppio ma di bastone dei popoli a cui lo storpio si appoggia, non avendo altri mezzi a disposizione.
L'ateismo imposto al pari della religione di Stato, si è rivelata un autentico suicidio in quanto, chiudeva la strada per un dialogo tra due mondi paralleli. la colpa è da ascriversi anche agli interpreti della dottrina marxista e al filosofo tedesco in particolare. Fondare un modello politico, sociale, economico in cui ogni fede religiosa veniva esclusa a priori e non alternativo a un sistema capitalistico in cui,, la religione pur esistendo, veniva posta da parte, è stato un errore imperdonabile.
La Chiesa cattolica ha reagito all'ateismo militante, in maniera anch'essa erronea lanciando anatemi, scomuniche e prediche contro i seguaci del modello comunista, forse anche comprensibile, ma non certo propositivo.
La visita di Bergoglio sembra appianare il contrasto tra un comunismo più di facciata che reale, in cui sussite il contenitore ma che deve cambiare il contenuto partendo proprio dal dialogo con la Chiesa di Roma.
In un mondo annegato, tra i valori del consumismo, del relativismo, dell'egoismo e dell'egocentrismo, in cui si celebra e si esalta il vincente e si esclude il perdente; in un modno in cui, domina un regime economico che vede le persone non come esseri umani viventi, ma come produttori di PIL e ricchezza e che ha trasformato in peggio il modo di vivere, inseguendo l'attimo fuggente per capitalizzare, è giunto il momento di dialogare sinceramente e unire le forze per abbattere quello che tra i due massimi sistemi economici è uscito vincente, dopo il crollo di quello comunista, imponendo nuove ingiustizie e ineguaglianze spesso inaccettabili, spacciandole per miracolosi medicamenti.
Se il sogno di creare in tutto il pianeta un sistema che abbatte le diseguaglianze, difendere la pace e la fratellanza tra uomini e tra donne, può avere come fratello proprio colui che un tempo era un irriducibile nemico numero uno, il progetto (mai abbandonato, ma ridotto al lumicino) non può prescindnere dalla Chiesa cattolica e dal Cristianesimo in generale. La preghiera, i dogmi cattolici, la verità rivelata, la fede, il percorso religioso, non sono in contrasto con il marxismo del XXI secolo, ma anzi sono preziosi alleati.
Il Vangelo e le parabole di Gesù Cristo sono a tratti identiche a un modo di vedere un mondo più giusto ed equo anche se il comunismo, nella sua versione mira più a una rivoluzione violenta che non alla creazione pacifica di un modello di stato egualitarista. Ammonendo e condannando la ricerca della ricchezza smodata, della risicazione quotidiana del tempo libero per una maggiore produzione in ogni campo, qui Chiesa e socialismo si possono incontrare; infatti il tempo libero e una diminuzione dell'orario di lavoro significano non solo da parte marxista più tempo per coltivare i propri interessi, ma anche dal canto cattolico più tempo per dedicare all'esercizio della propria fede o nella ricerca di quest'ultima.
La lotta (molto aspra) per garantire alle classi più deboli maggiore potere d'acquisto, con l'aumento dei salari non significa, avere il diritto di spendere anche malamente il proprio denaro, ma piuttosto, investirlo per le prossime generazioni o, (non c'è nulla di male) anche per donare libere offerte alla Chiesa.
Le proprietà della Chiesa in immobili possono, in un eventuale (più fantastico che reale) stato socialista possono servire come tetto per nuclei familiari più bisognosi grazie alla collaborazione tra Stato e Chiesa invece che sulla scontro tout court, infatti mentre proprietà donate coscientemente alla Chiesa servono o possono servire come supporto a genti in ristrettezze, la proprietà vendute o affittate a enti privati soprattutto economici escludono a priori questa possibilità, rendendo ancora più potenti e ricchi, chi ricco e potente lo è già perchè, come diceva giustamente Gregorio VII (Ildebrando di Soana) i ricchi di oggi non sono tali per proprio merito, ma quasi sempre perchè sono stati più bravi a rubare agli altri o a esercitare prepotenze su altri individui più deboli.
Partendo da questi presupposti, si può benissimo ritenere giusta e civile una alleanza con la Chiesa cattolica che non uno scontro sterile e inutile con essa. Del resto Gesù non predicava che è più facile che un cammello entri nella cruna di un ago che un ricco nel Regno dei Cieli?
C'eravamo tanto odiati, a oggi, fracamente, inutilmente.

sabato 22 agosto 2015

"Davvero mi fa schifo tutto quello che vedo in questo Paese" Atto III

Ancora una volta a commentare sull'ennesima figura di cacca di questa fogna italica a cielo aperto.
I funerai svoltisi nei giorni scorsi di Vittorio Casamonica boss di una delle famiglie della mafia capitolina ha scatenato una montagna di polemiche e, cosa non solo non secondaria, ma irritante, le opinioni scellerati di opinionisti, tuttologi e canagliume del social network.
Come sempre adesso si cerca di chiudere la stalla quando ormai i buoi sono scappati e quando tutto èì finito: le esequie degne di un principe della vecchia nobiltà romana scadute nel trash che è il costume della gentaglia mafiosa, si sono svolte tranquillamente gestite dagli stessi parenti della vittima come se si trattasse di gestire un qualunque affare mafioso o un traffico di stupefacenti.
Ciò che manda in bestia è che le istituzioni, a partire dal ministro dell'interno, dal prefetto di Roma, dal comandante dei carabinieri, per finire alla polizia municipale sapevano ciò che sarebbe accaduto e hanno addirittura prestato il fianco fingendo di non sapere, dichiarando oggi, che "ci sono stati errori gravi nella vicenda" come a dire "ci scusiamo per il previsto disagio".
La cosa peggiore è che, come nella migliore tradizione italica adesso si urla allo scandalo, si chiede la testa dei responsabili, si agitano le forche, si minaccia la sommossa virtuale quando sarebbe bene fare prima uno scrupoloso esame di coscienza.
Da decenni la corrente permissivista e deregolamentatrice di certa politica ha permesso che si arrivasse a tanto sfacelo.
Le leggi che hanno consentito al giudice di firmare il permesso ai parenti del boss, in carcere di assistere ai funerali, non esiste dall'altro ieri ma è frutto di un percorso legislativo che mettendo in evidenza i vantaggi, ne ha nascosto volutamente gli svantaggi.
La legge che ha introdotto in Italia ( e altrove) la concessione degli sconti di pena, delle pene  alternative, la possibilità di scarcerazione per buona condotta et similia, sono il risultato di ragionamenti irresponsabili che puntando sul fatto che il sistema penitenziario deve essere un sistema rieducativo, hanno tralasciato quello punitivo snaturandolo e ponendolo all'angolo.
Non sono una persona che pretende la reintroduzione della pena capitale (giammai!), ma neanche una persona che è disposta a osservare che criminali inveterati escano ed entrino a piacimento (loro) dal carcere con le istituzioni impotenti perchè permissiviste. Forse è il momento di rivedere la struttura di questo Paese ormai insostenibile puntando decisamente su un modello centralizzato e gerarchizzato osservante dei diritti umani e della libertà ma, che si assuma le sue responsabilità.
Sulla Chiesa che solo oggi si infuria urlando anch'essa allo scandalo, nulla da dire. Partendo dal prete esso non ha colpe in quanto il funerale è un sacramento cristiano che non può essere negato solo perchè il defunto è un ex galeotto ed ex delinquente, d'altra parte si fa notare che la stessa parrocchia ha negato le esequie a Piergiorgio Welby, decisione discutibile ma si dimentica che i funerali non sono un diritto dell'uomo e del cittadino da reclamare, ma un sacramento e un tempo, i suicidi (per la Chiesa forse si tratta anche di ciò nel caso di Welby) venivano seppelliti in terra sconsacrata con i cani, altri tempi, e anche altro sentimento cattolico, puro e senza compromessi, sceso a prostituirsi, oggi, con il positivismo e il relativismo di matrice secolare.
Del resto non vedo neanche perchè pretendere il commissariamento come scrive Saviano, in quanto non ci sono gli estremi e neanche per un periodo di interdizione (l'interdetto è una misura punitiva ecclesiastica che proibisce la celebrazione della Messa all'interno della Chiesa e all'interno della comunità colpita), ci sarebbe forse da discutere sul fatto che forse (ma le prove?) il prete sia stato corrotto o "costretto" a cedere davanti alla prepotenza di certi elementi, ma, per l'appunto, lo si venga a dimostrare.
Restano le immagini eloquenti di una figuraccia internazionale che ha messo a nudo le incapacità di una classe politica e dirigente incompetente che avrebbe dovuto essere spazzata via con tanto di esonero generale.
restano le frasi fatte, i commenti, le polemiche, degli utenti e dei cittadini bovi cornuti e mazziati che invece di pretendere spiegazioni prima hanno ceduto sullo snaturamento del sistema carcerario in senso più buonista, poi adesso, ne piangono le dolorose conseguenze e la sfacciataggine dei parenti del boss defunto, esaltandosi per il papa social che va a messa con i fedeli ma non esige di sapere la dottrina del Buon Pastore oppure, dall'altro lato si chiede la chiusura della parrocchia come se fosse un covo di militanti o di terroristi cattivi che negano ad uno ciò che concedono ad un altro, misurando la Chiesa e la sua dottrina con metro inutile dei diritti dell'uomo e del cittadino.

mercoledì 15 luglio 2015

Resa incondizionata.

La resa incondizionata è la richiesta imperiosa imposta alla Grecia nella notte tra domenica e lunedì affinchè, usando una frase militare, cessassero le ostilità.
Tsipras che aveva, la settimana precedente vinto il referendum e ottenuto mandato per riformulare un nuovo negoziato più leggero è stato, con un comportamento da criminali di guerra,  sbattuto spalle al muro e minacciato di essere espulso se da generale non avesse accettato la resa.
Comportamento da criminali quello assunto dalla Germania della Merkel e dal suo vassallo Hollande che, più che un presidente eletto nelle file del Partito Socialista è un collaborazionista come Petain nella Francia fascista di Vichy.
Tsipras ha cercato di fare quello che ha potuto, con i mezzi a disposizione, ciò non toglie che abbia commesso, come tutti i generali che perdono, imperdonabili errori.
Primo: col senno di poi, sarebbe stato meglio, all'indomani del trionfo elettorale dello scorso gennaio imporre chiaro il concetto che la Grecia e il popolo greco avevano la ferma volontà di restare in Europa con la moneta unica ma ciò non significava a qualunque costo.
Secondo: Tsipras ha cercato di prendere tempo senza avere nulla in mano e senza presentare almeno un piano di riforme che fosse "alternativo" a quelle imposte dalla Troika ovvero un piano di aiuti economici alle fasce deboli, innalzamento delle pensioni minime e dei salari cercando, con questo di contrastare l'opposizione liberista e ripresentando cocciutamente le stesse misure.
Terzo: dopo la vittoria al referendum, Tsipras non doveva accettare le dimissioni del ministro greco e puntare sul tutto per tutto minacciando l'immediata uscita dalla Grecia se il sopracitato piano non fosse passato.
Quarto: serviva un piano di discussione delle riforme completamente diverso nel modo: Tsipras avrebbe, sempre minacciando la Grexit, dovuto imporre che il piano economico presentato  e quelli degli altri Paesi, non più approvato dalla Troika e dai creditori internazionali, ma dal parlamento europeo prima e da quelli nazionali poi con la speranza almeno di veder riconosciuto qualche punto.
Invece tutto è stato bruciato in pochissimi giorni anche per evidente disparità delle forze in campo: la Merkel conta adesso, a differenza di Hitler, di solidissimi alleati, mentre Tsipras che ha tentato di dare il dito ha visto divorarsi tutto il braccio. Insomma una resa da un lato maturata per alcune decisioni del generale greco, piuttosto discutibili, anche se ha tentato di ammorbidire le posizioni della controparte (alla fine peggiorandole), dall'altro una vittoria ottenuta con forze soverchianti che non si sono limitate alla vittoria ma hanno infierito sul vinto umiliandolo decisamente.
Merkel come i generali Turreau che durante la campagna della Vandea devastava e sterminava i contadini in rivolta e come il generale americano Sherman che, durante la guerra di secessione, per piegare i confederati devasta Richmond, Atlanta e l'intera Georgia e i creditori internazionali che festeggiano come i gli speculatori nordisti del dopoguerra che acquistavano con pochi soldi interi appezzamenti di terra svenduti dalle famiglie sudiste ridotte alla fame.
La Grecia trattata come gli Stati confederati e Tsipras torturato per ore con la minaccia di trasformare la Grecia in un immenso campo di sterminio.
Adesso la guerra è persa irrimediabilmente, visto che Tsipras, perde pezzi da tutte le parti, il referendum è stato annullato e la Grecia diventerà una nuova colonia nazi-liberista. Una guerra disperata ma coraggiosa durata pochi mesi, in cui una dolce illusione si è trasformata in una rotta definitiva. Inutili sono le parole dello sconfitto che cerca di indorare la pillola affermando che è si ingiusto che si vada in pensione a 45 anni ma è inaccettabile che si vada a quasi 70 entro sette anni.
Dalla Germania arriva una spietata lezione ai ribelli: si accettano tutte le condizioni della prepotenza liberista oppure i rivoltosi faranno la fine degli ebrei polacchi sterminati dalla Weermacht oltre settenta anni prima, colpevoli di essersi ribellati al ghetto mortale imposto dai nazisti, ma se allora  la Germania combatteva tra due fronti finendo schiacciata, adesso nulla sembra porre termine alla prepotenza tedesca priva di "ventri molli" (Italia) ma in possesso di ributtanti collaborazionisti (la Francia di Hollande).

lunedì 6 luglio 2015

Distruggete l' Europa!

Contro i sondaggi farlocchi, contro le ingerenze di personaggi autorevoli e seminatori di terrorismo psicologico a buon mercato, il popolo greco ha votato a schiacciante maggioranza "No" al referendum che chiedeva ai greci di accettare o rigettare il piano (un autentico ricatto) per salvare il paese, anzi le sue banche sull'orlo della bancarotta.
Un cazzotto allo stomaco, quello arrivato questa mattina all'Eurogruppo che sperava nella vittoria del "Si" credendo che un popolo che ha inventato la democrazia,si facesse ancora mettere i piedi in testa come quello italiano che ha inventato il fascismo esportandolo in mezzo continente.
Un pugno di ferro in attesa che ne arrivino altri, ancora peggiori, in grado di sotterrare una organizzazione europea agli completamente diversa da ciò che doveva essere, fondata sul monetarismo, una economia liberista e un gruppo di politicanti che ignorando l'esistenza di un parlamento europeo e dei parlamenti nazionali prende decisioni più che discutibili, per rafforzare i propri interessi.
Da oggi la Grecia ha dimostrato che non è più così, che il voto è l'unico strumento che può ancora abbattere una organizzazione europea di stampo criminale che ha mandato sul lastrico milioni di persone, quasi trasformando una nazione in un gigantesco campo di sterminio, grazie a misure ecomiche mortali e cervellotiche.
Si è aperto un nuovo capitolo nella (breve) storia di questa organizzazione che credeva di poter comandare e spadroneggiare a proprio piacimento, un capitolo che ci auguriamo porti alla definitiva rottura di questa organizzazione che non rappresenta nessun cittadino europeo. Il vento diverrà bufera se alla Grecia che ha rigettato sonoramente i ricatti della associazione criminale, si aggiungeranno le elezioni spagnole (in cui la sinistra radicale degli Indignados sembra essere in testa, o comunque in forte ascesa) e il referendum britannico che deve portare dentro o fuori la Gran Bretagna dalla UE.
Insomma per i falchi liberisti, per gli intransigenti dei conti in regola con economia fino all'osso, potrebbe essere davvero la fine se nei prossimi tre anni il fronte antiausterity diventerà più agguerrito e corposo e non sarà colpa dei cittadini, se mai delle teste di legno che hanno giocato a fare i dottori sulla pelle di quei cittadini che ora vogliono mandare tutto a catafascio e giustamente.
In questo fronte manca solo il nostro Paese, ma ovviamente da bravi vigliacchi ce ne guardiamo bene dall'entrare e guidare il fronte antiausterity dando il colpo di grazia a questi criminali.
Si è mai visto un delinquente che prende il potere a Palazzo Chigi scalzandone un altro, che poi scalza delinquenti peggiori di lui?
A noi ci è riservato il posto d'onore del subire la lezione di libertà e democrazia, non quella esportata da oltre oceano, ma quella europea nata in Grecia e che torna a garrire e che rischia per fortuna di diffondersi in Spagna e in Gran Bretagna, mandando  in frantumi sogni di gloria e di potere di pochi personaggi sostenitori di assurde teorie economiche.
Antieuropeisti di tutto il continente, unitevi e distruggete l'Unione Europea!

giovedì 2 luglio 2015

Alla resa dei conti

Domenica prossima in Grecia si terrà un referendum che in pratica è una risposta secca se proseguire il cammino europeo o no.
C'era da immaginarselo che sarebbe andata a finire così dopo quasi sei mesi di costante tira e molla, e dei piani alternativi  presentati dal governo greco e sempre respinti non si sa bene perchè. Ora sta al popolo greco erede di uno dei popoli più avanzati dell'area mediterranea, decidere se accettare i nuovi ricatti della ex troika (che nel frattempo a mutato nome ma non le intenzioni), oppure dire chiaro e tondo che ormai non ha più senso continuare.
Nel frattempo i mercati spargono paura e gli investitori cercano un comodo rifugio ai loro capitali (fatti chissà come) mentre da Bruxelles arriva l'accusa nei confronti della Grecia di aver tradito tutti e fatto a modo suo proprio dalla voce della cancelliera tedesca Merkel che, non ricorda che la Germania nel 1953, fallita economicamente, suppllicò gli anglo- americani di dimezzare il mostruoso debito di guerra accumulatosi più interessi. Il Congresso di Londra accettò di buon grado; la Germania era ormai denazificata e aveva intrapreso un percorso di democratizzazione accettabile. La verità in realtà non era solo questa. L'Urss di Stalin, in possesso dell'arma atomica era una minaccia pericolosissima a mezzo passo dalle potenze "democratiche" filo occidentali, dunque serviva un cuscinetto forte, economico, industriale che arginasse la marea rossa agli ordini di Mosca. Non solo, il processo di democratizzazione, non fu spontaneo in Germania, fu imposto dagli alleati al termine del conflitto con il processo di denazificazione che ebbe anche momenti grotteschi. Tutto ciò contrariamente a quanto avvenuto in Grecia, che pur avendo subito la dittatura dei colonnelli è riuscita a intraprendere da sola il processo di democrazia indispensabile.
La situazione finanziaria della Grecia non è e non può essere ascritta solo al popolo greco che, nei decenni passati ha eletto governanti che tradendo il mandato ottenuto hanno trascinato il Paese nelle condizioni in cui si trova e in cui è schiacciato per colpa degli organismi internazionali creditori che hanno imposto misure finanziarie mortali.
Dunque succeda quello che deve succedere, e non si tenti di manipolare il voto o spargere terrorismo psicologico, perchè se già una volta il premier greco Papandreu è stato silurato, dopo l'intenzione di indire un referendum se uscire o no dall'Euro, in quanto ricattabile, non lo è Tsipras che sforzandosi di mantenere le promesse elettorali concede al popolo greco di esprimersi, contrariamente agli ordini di Bruxelles.
E allora si voti, "No" ovviamente, non per pura ideologia ma per spianare la stada ad altri abbandoni più sostanziosi (tranne l'Italia....) di Paesi che non accettano le misure economiche di Bruxelles e sotterrare tra le rovine questa Europa di criminali finanziari e di una UE lontanissima da quanto sperato della collaborazione e solidarietà tra stati e popoli. Muoia Sansone con tutti i filistei, si sarebbe detto, e allora vinca il NO. "No, no, no," le tre negazioni espresse dalla Teachter per manifestarer la sua contrarietà all'ingresso della Gran Bretagna in Europa. Indietro non si torna e vedremo col "No" quali saranno i debiti da saldare e chi li dovrà saldare, magari si tratterà dello stesso creditore che in realtà è pieno di debiti.

giovedì 18 giugno 2015

La fogna del Mediterraneo.

Dovevo aspettarmi una notizia simile, ma sinceramente, leggendola, sono comunque disgustato.
Fabrizio Corona l'ex re del gossip condannato a 13 anni di carcere (ridotti poi a nove), è stato scarcerato dal carcere di Opera e sarà affidato all'associazione fondata e gestita da don Mazzi.
Non c'è proprio nulla da fare, un Paese ridotto sul lastrico non riesce neanche a mantenere un simulacro di serietà applicando rigorosamente la legge, lasciandosi commuovere dome una donnetta dal "grido di dolore" di mamma Corona e figlio che gridavano a mezza Italia non tanto l'innocenza del condannato (in quanto era imputato per una montagna di reati) quanto per la salute cagionevole di Fabrizio, a loro dire incompatibile col carcere per via degli attacchi di panico. Chissà da dove saranno spuntati gli attacchi di panico, visto che l'ex manager dello scandalismo spiccio, di attacchi, prima dell'arresto, gli aveva dati solo di arroganza e di sfuriate nei talk show.
Ci si perde oggi, nel commentare la notizia magari, affermando che, la condanna a Corona era ingiusta in rapporto a come sono trattati delinquenti comuni, come se la colpa fosse esclusivamente del magistrato e non dei vari governi che hanno reso una barzelletta l'applicazione delle sanzioni (non) previste.
Del resto forse non dovrei essere neanche così disgustato visto che questà è solo l'ultima di una serie di figuracce fatte dal nostro Paese nei confronti di tutto e di tutti, come se, l'Italia fosse una sorta di scemo del villaggio, cui piace essere presa a calci e pugni dai suoi concittadini felici di manovrare un simile allocco.
Volendo spolverare vecchie figuracce internazionali dobbiamo partire da lontano.
La seconda guerra di Indipendenza fu vinta, per così dire, solo grazie all'aiuto decisivo della Francia Napoleonica convinta a entrare in guerra contro l'impero asburgico, non tanto per l'intelligenza diplomatica di Cavour, quanto per la puttanaggine della contessa di Castiglione, Virginia Oldoini, come dire nome omen... non solo, la Francia Napoleonica, a dispetto degli accordi, voltandoci giustamente le spalle si accordò per una pace separata con Francesco Giuseppe. Risultato Lombardia ceduta alla Francia (come accadrà al Veneto sette anni più tardi), che viene rigirata al Regno di sardegna.
Non bastanti le due di indipendenza, a unificazione quasi completata, il nosto "bel paese" alleandosi con la Prussia di Bismarck, dichiara nuovamente guerra all'Austria. Finale tragicomico: sconfitti e in rotta a Custoza, veniamo affondati a Lissa prendendoci anche lo scherno dell'ammiraglio austriaco che afferma "Uomini di ferro su barche di legno sconfiggono navi di ferro guidate da teste di legno". Una riedizione della frase di Metternich dell'Italia espressione geografica.
Della prima guerra mondiale neanche a parlarne, all'indomani della rotta di Caporetto il comando italiano viene chiamato davanti a quello franco-inglese neanche si trattasse di uno scolaretto discolo. Costretti a cambiare capo di stato maggiore e vincere la guerra grazie anche alla spinta alleata.
La seconda guerra mondiale è cosa risaputa e i gesti di supposto eroismo affogano nell'armata brancaleone con in mano le schioppe di trent'anni prima.
Gli ultimi anni sono una goliardica storia recente: governi che cadono tra le urla di giubilo di parlamentari che festeggiano a champagne e mortadella, presidenti del consiglio che si abbandonano nelle ville a feste burlesque, ministri incapaci che compiono gaffe a ripetizione, un elettorato idiota che però vota convintamente gli stessi imbecilli. Chi si somiglia si piglia.
Per tacere dei compitini europei spediti e imposti dalla UE e dalle risate dei presidenti francese e tedesco sulla serietà di questo Paese.
Non c'è nulla da stare allegri, se mai ci fosse stato qualche motivo. La canaglia avente diritto si ostina a eleggere i soliti idioti che da idioti commettono idiozie, come sono idiozie quelle vomitate per commentare il giubilo suscitato dalla scarcerazione di Corona.
Aveva ragione quell'ammiraglio austriaco che dopo la battaglia di Lissa, ci definì teste di legno su barche di ferro, una barca di ferro, simile a un vecchio stivale che imbarca acqua , o meglio la perde come un tubo di fogna rotto.

domenica 14 giugno 2015

L'eco dell'ignoranza.

Rieccomi qui a scrivere sulle nuove uscite di Papa Bergoglio, forse non tanto su di lui, quanto degli ignoranti che bevendo tutto ciò che si dice, con il senso critico sotto terra, esultano per le frasi pompate ad arte.
Riepiloghiamo. Qualche giorno fa, di ritorno da una visita in Bosnia, il pontefice, intrattenendosi con alcuni giornalisti, sull'aereo, ha lanciato affermazioni che, per alcuni sono state un pugno allo stomaco, quando in verità si tratta, in ultima analisi di un richiamo. Le frasi incriminate sono le seguenti: "La chiesa non ha bisogno di veggenti e neanche di messaggi alle quattro del pomeriggio." "Non affogate la fede in un religione soft" un richiamo non tanto velato al "caso" Medjugorje cui la Chiesa nonostante alcuni anni passati nello studiare accuratamente il caso, non si è pronunciata. Le frasi di Bergoglio hanno, giustamente scatenato una diatriba tra  feroci denigratori dell'ultima sede mariana, e convinti sostenitori, oltre che un ginepraio di vuote parole e opinionisti parolai.
Leggendo attentamente le frasi del pontefice, non si trova nulla di strano, ne di scandaloso, dichiarando che alla Chiesa non servono, per esistere, veggenti, che in realtà, quando riconosciuti come tali, sono solo mero strumento per diffondere il messaggio. Forse più discutibile potrebbe essere la frase sui messaggi inviati alle quattro del pomeriggio.
Non è un mistero che la principale "veggente" di Medjugorje si presenti puntualmente ogni due di gni mese per ricevere presunti messaggi mariani. Ovviamente per chi si sofferma sul fatto delle coincidenze, si potrebbe obiettare che, nel passato non tanto remoto, i veggenti ricevevano i messaggi con una certa puntualità e quasi sempre allo stesso posto e che, i messaggi, analizzandoli, non pare essere cambiati di una virgola.
Per chi invece ragiona più profondamente, il Papa richiama il "gregge" nel non badare e nel non dare importanza a quando e dove il messaggio viene comunicato, ma alla sua natura, al suo significato profondo.
Le frasi del pontefice hanno siscitato reazioni da parte di convinti sostenitori della località bosniaca, come l'ex presentatore e inviato Paolo Brosio che ha affermato che a Medjugorje si sono compiuti e si compiono, quasi quotidianamente, eventi inspiegabili come guarigioni da malattie impossibili, conversioni e su come nella località i fedeli recitino devotamente preghiere, compiono digiuni, pregano il rosario etc. Ci mancherebbe altro, verrebbe da dire, le parole del papa non si riferivano al comportamento tenuto all'interno della località su cui la Chiesa esita a esporsi ufficialmente, quanto al richiamno stesso al fedele nel non cadere nel materialismo del come e del quando viene comunicato il messaggio.

Siccome i media non contenti di scribacchiare stupidaggini sono alla ricerca di frasi ad effetto, pare abbiano trovato (epurando parte del contenuto intrinseco) l'Uomo della Provvidenza. Nuova dichiarazione del papa: "La chiesa è pronta a fissare una data comune per la celebrazione della Pasqua". Apriti cielo. I media ignoranti pompano la notizia facendola passare per una svolta epocale, l'eco dell'ignoranza raggiunge l'acme, un punto di non ritorno, uno squallido nirvana.
Sembrerebbe che ortodossi e cattolici facciano apposta a non celebrare insieme la Pasqua per via dello scisma (a proposito, chi lo sa?) mai ricomposto cui pendevano su entrambi, fino al 1965, le scomuniche ufficiali comminate quasi mille anni prima.
In realtà le cose stanno diversamente, ma i media, strumento di lurido mercato, non si dilungano in spiegazioni perchè il prodotto (la notizia) non sarebbe appetibile sul mercato e resterebbe invenduta.
La Pasqua è una festa mobile fin dal primo Concilio di Nicea del IV secolo d.C. convocato dall'imperatore Costantino (l'uomo del "in hoc signo vinces" prima della battaglia di Ponte Milvio) in cui si stabili che fosse celebrata e festeggiata la prima settimana dopo il primo plenilunio dell'equinozio di primavera fissato il 21 marzo, dunque sarebbe un po' difficile rifare tutto da capo senza neanche convocare un Concilio apposito che metta d'accordo ortodossi e cattolici.
Punto secondo, la differenza nei tempi di celebrazione è molto più pratica: gli ortodossi hanno ancora in vigore il vecchio calendario giuliano, mentre i cattolici utilizzano dal 1584 il calendario Gregoriano. Il nome dell'attuale calendario deriva dal Papa Gregorio XIII che, con una squadra di scienziati, si rese conto che il calendario giuliano, per la sua conformità aveva accumulato dall'anno del suo utilizzo (46 a.C.) al 1584 un ritardo, nel fissare la date dell'equinozio di ben dieci giorni e che, dunque continuando  ad utilizzare, il vecchio calendario si sarebbe dovuta celebrare la Primavera e la pasqua in piena estate. Il nuovo pontefice corresse con gli studiosi matematici e astronomi,l'errore portando in avanti di dieci giorni il nuovo anno e abbandonando il vecchio calendario giuliano per quello, per l'appunto gregoriano.
Ciò influì ovviamente sui rispettivi tempi di celebrazione della Pasqua. Quello che è stata una affermazione di ottimismo si è trasformata in una svolta epocale, quando in realtà gli ostacoli da superare sono tutti in piedi. Basterà fissare una data comune per la riappacificazione e la riunione? saranno disposti gli ortodossi a passare al calendario gregoriano, magari mettendo da parte il non riconoscimento del primato petrino? E poi il papa come pensa di proseguire? Chi convincerà gli ortodossi sulla questione del filioque? E sulla Trasunstanziazione? Facile, far credere agli ignoranti di ogni ceto sociale che basta una affermazione per una svolta epocale, in relatà, le differenze sono tante e solo gli stupidi non se ne accorgono, come quanto spiegato sopra.
I tempi sono quelli che sono e il mercato, anjche quello giornalistico, ha deteriorato la qualità dell'informazione e del sapere per sposare il guadagno e il profitto.

domenica 31 maggio 2015

"Abaso la squola"

Avrei dovuto intitolare il post con la celebre frase "Davvero mi fa schifo tutto quello che vedo in questo Paese" ma ho già dato e non sarà difficile per il lettore capire il motivo per cui ho scelto il titolo messo tra virgolette.
Qualche giorno fa sono arrivati i dati statistici relativi alla qualità culturale dei nostri "bravi" scolaretti che frequentano le scuole nazionali. Sconfortante, non rende l'idea e neanche provare un senso di vergogna e di imbarazzo serve a far cambiare direzione anzi,  pare che si voglia  proseguire sulla stessa strada amplificandone possibilmente i danni.
I ragazzi italiani in età scolare, svelano i dati, sono i più ignoranti dopo quelli greci, in particolare in matematica. Se però si potrebbe capire il dato riferito alla Grecia in correlazione alla sua disastrata sitiuazione economica, non si capisce quella italiana, almeno apparentemente, eppure una spiegazione esiste.
I tagli draconiani applicati alla scuola pubblica arrivati a privare di fogli di carta e carta igienica, non sono l'unica spiegazione plausibile anche se principale, ma parte da una mancata rivoluzione che doveva riguardaretti gli istituti pubblici di insegnamento partendo dalla qualità del corpo docenti che reputo inaffidabile, incompetente, mandato allo sbaraglio armato solo di inutile affetto materno e raffigurato dalla classica matrona bonacciona sempre disposta a comportarsi come una mamma chioccia invece di essere una lavoratrice professionista. Insegnamento vecchio di millenni, assolutamente inadeguato che non insegna a utilizzare l'intelligenza  e il senso critico ma si limita (ed è già tanto) a rimpinzare i trenta beduini a classe con nozioni lunghe e noiose che, ingurtitate a forza, sono viste come una tortura. Tempo breve e molto spesso sprecato. Gite, festività, ponti e assemblee sindacali sono tempo sottratto all'insegnamento per la gioia dell'ignoranza che, per un passo perso durante le ore scolastiche ne prende dieci durante le feste comandate (Comandate anche dalle suddette assemblee e riunioni varie).
Pessima educazione: i beduini nostrani viziati e ineducati dai genitori restano viziati e diventano maleducati dentro le scuole, per via di una organizzazione e una funzione degli istituti ormai scadente se non scaduta. La scuola che dovrebbe essere luogo di studio e osservanza ferrea delle regole e sfornare cittadini modello, sforna mentecatti che vivono per infrangere e violare le regole.
Il discorso in se per se è utopistico è lo è ancora di più proporre soluzioni per migliorare e cambiare rotta, dunque mi limito a lamentarmi sull'ultima "genialata" che arriva da internet. Una petizione lanciata on line chiede espressamente di abolire i compiti a casa visti come un inaccettabile supplizio a cui alle teste di legno degli studenti sono costretti a partecipare anche i genitori, costretti ad assistere le loro teste di legno a casa. La petizione annuncia afflitta e scandalizzata che i nostri 2bimbi" studiano tre volte i sud coreani senza aggiungere che non imparano niente di ciò che imparano i sud coreani, vuoi per pigrizia e distrazioni (tv, tablet, computer, videogiochi) vuoi per la qualità dell'insegnamento e degli insegnanti scaduta da tempo.

In Italia, paese di santi, navigatori, poeti e furbacchioni, siamo sempre pronti a indicare la soluzione più comoda ma mai quella giusta limitandoci a guardare il dito e non la luna. Innanzitutto bisogna partire dal presupposto che bisogna pretendere un insegnamento più moderno, efficace e completo e che ciò non si deve però ottenere concedendo ore da riempire ma serve l'intera giornata, che i compiti e gli esercizi non devono esserte svolti a casa ma in classe e nelle biblioteche sempre all'interno delle scuole, abituando gli studenti al silenzio e alla concentrazioni invece di contare su mamma e papà già indaffarati a tener stretto il loro lavoro o cercarsene uno e farsi distrarre da altre cose che con i "doveri" non hanno alcun legame. Si deve entrare nell'ordine delle idee che si può fare a meno di iscrivere il proprio figlio/a a nuoto, calcetto e danza (quindio sborsando denaro) perchè tanto fenomeno come Messi, esso non diventerà mai, ma ha, grazie alla scuola a cui deve essere dedicata l'intera giornata, la possibilità di diventare un bravo cittadino e un ottimo scolaro con un futuro roseo, almeno sulla carta.
Si punti a valorizzare l'insegnamento e chi insegna retribuendolo adeguatamente a premiare il merito e punire il demerito e la colpa lasciando carta bianca agli insegnanti che non devono subire aggressioni da mamme isteriche se un loro figlio è stato bocciato a calci in culo perchè dormiva durante le lezioni o scarabocchiava invece di svolgere i compiti. La cultura non può essere relegata ne competere spazio con altre attività o le si concede la priorità assoluta oppure, a questo punto è bene fare un passo indietro: mandare i figli a calcio e nuoto e pagare una schiera di precettori privati privando tutti della scuola libera, gratuita e obbligatoria tornando indietro a masse di analfabeti belanti e tremanti e una cerchia di colti, sapienti che dominano la massa col terrore e con l'inganno.

venerdì 20 febbraio 2015

Davvero mi fa schifo tutto quello che vedo in questo Paese. Atto II

Evito di raccontare quanto accaduto ieri a Roma prima della partita di Europa League tra Roma e Fayenord, le conseguenze, purtroppo sono sotto gli occhi di tutti. Un capolavoro di Bernini la cosiddetta "barcaccia" irrimediabilmente rovinata per sempre. Al danno la beffa, lo stesso capolavoro era stato appena sottoposto a un restauro, verrà di nuovo restaurato ma scordiamoci che la fontana torni come prima, un pezzo di Roma se ne andato danneggiato dalla follia di un branco di bestie che, avrebbero dovuto essere lasciate lontano dalla capitale.
E' il giorno delle riflessioni, dei mea culpa inesistenti, dei finti soccorsi, di volontari dichiaratidsi disponibili a diventare come Santa Caterina: mettere le grate di ferro alle finestre dopo aver subito il furto. Non servirà a nulla.
C'è di peggio: questo stramaledetto paese trattato come l'ultimo degli schiavi d'Europa ha dovuto subire il no secco dell'ambasciatore olandese che, pur condannando gli atti di vandalismo ha fatto saperte al sindaco di Roma che, L'olanda come stato, non si ritiene responsabile di quanto è accaduto e non scucirà un Euro per i danni provocati. Se la sbrighino da soli nel bel Paese....
Non poteva essere diversamente dopo quello che siamo diventati negli ultimi anni e forse siamo sempre stati, un sott'ordine di nazione inconcludente, incapace, buono a nulla di cui diffidare sempre e a ragione, accolti a braccia aperte ma trattati come lo scemo del villaggio d'Europa perchè scemo, davvero questo Paese lo è davvero, composto da scemi in tutti i settori politica in primis.
Scemo al limite dell'idiozia il sindaco Marino che ha aperto le porte della capitale a una marmaglia di senza cervello, subire uno stupro artistico, chiedere col cappello in mano un aiutino all'Olanda e prendersi la sberla del "No". Sarebbe il primo, in un Paese normale a essere preso a calci nel sedere.
Il prefetto: che dispiega uomini e mezzi ma non riesce a impedire l'oltraggio, fuori da Roma anche lui, magari in esilio lontano dall' Italia come i savoia.
Il ministro dell'interno: inesistente, incapace, non ne abbiamo davvero bisogno, cacciato senza ritegno se fosse, l'Italia un Paese serio, ma resterà lì dov'è a prendersi soldi e prendere in giro tutti.
Il Presidente del Consiglio: pubblicizza con entusiasmo il job act, ma non ha ancora rilasciato una condanna ferrea e preso provvedimenti magari alzando la voce contro l'Olanda e il club del Feyenord. Per il Fiorentino la "barcaccia" devastata sarà uno dei tanti locali di Roma, gli alcolizzati olandesi hanno un po' esagerato, vabbè, meglio un locale distruttoi a Roma che non i barbari a Santa Maria Novella, e poi non ha tempo, il premier deve specchiarsi....
Gli Italiani: pronti a diventare farisei quando le catastrofi umane si abbattono sul nostro Paese ma mai a pretendere che le autorità muovano il fondoschiena per tutelare l'immenso patrimonio artistico, stiamo scherzando? C'è la Maggica non possiamo perdere tempo per un blocco di pietra...
Mettete insieme tutto ciò è il disastro è servito. La colpa non è solo degli ominidi ubriachi che hanno scorazzato per la capitale, ma anche nostra che non amiamo l'arte, ignoranti come capre, imbecilli come lobotomizzati chirurgichi, i mostri avrebbero potuto anche prendere a cannonate il Colosseo o radere al suolo i Fori Imperiali, o abbattere la Colonna Traiana e nessuno avrebbe mosso un dito, aperto bocca, avanzato pretese di maggior sicurezza.
La colpa è nostra, 60 milioni di persone che vivono tra la bellezza senza sapere cosa sia, indegni di possedere quanto c'è, incapace di difenderla, che si esaltano per giocatori pluripagati e pluriviziati ma girano lo sguardo quando una opera d'arte viene irrimediabilmente rovinata. Sessanta milioni di persone imbambolate davanti alla tv tra Sky e Mediaset  ma nessuno che provi a capire o a conoscere quello che lo circonda, adesso stracciarsi le vesti non serve a nulla. Non siamo capaci di eleggere persone serie e competenti neanche dietro suggerimento e gli eletti non sono capaci di legiferare o far rispettare la legge neanche con in braccio un AK-47 carico, ribare quello si, lo sanno fare tutti, tanto che al Comandamento hanno ribato persino il "non" Mose, Expo, Mafia Capitale, sanità solo per citarne alcuni. Lo schifo dilpaga la cloaca è rotta i liquami si diffondono ovunque. Provo a chiudere il post....
"Davvero mi fa schifo tutto quello che vedo in questo Paese....Expo di Milano, Mafia Capitale, Mose che Paese e che abitanti! . Dio sa se non creperò dalla bile, questo popolo vive tre secoli indietro al duemila, L'Italia si potrebbe definire un vero porcile,questo è un Paese da spopolare e mandare altrove a farsi civile!"

"Mettersi a letto con un italiano è come mettersi nel letto con un vaioloso!"(par. Massimo D'Azeglio)

"L'Italia è una espressione geografica" (principe di Metternich).


sabato 7 febbraio 2015

Nostalgia canaglia.

Eletto il dodicesimo Presidente della Repubblica. Fin qui nulla di strano, nella repubblica parlamentare, il Capo dello Stato viene eletto da grandi elettori e parlamento unito in seduta comune con maggioranza di due terzi oppure semplice, in Italia, il Paese del melodramma e del dramma onnipresente, ovviamente i media hanno monopolizzato l'evento con anteprime, interviste, curiosità, indagini sulla vita pubblica e privata del neo eletto presidente che incredibilmente è un democrisitano della corrente sinistra.
Sbandierato come una specie di incorruttibile tra corrotti e corruttori, dimissionario non appena la legge-criminale Mammì salvò Berlusconi dal carcere legalizzando le reti televisive del gaffeur di Arcore, i media sono svenuti quando il sopravvissuto della ex DC ha visitato le Fosse Ardeatine. Ovviamente appartenendo alla corrente di sinistra della Democrazia Cristiana serviva un atto forte che ricordasse la frase "nessun nemico a sinistra".
Eccolo dunque il volto nuovo del Quirinale, Sergio Mattarella ex DC la tanto cara e rimpianta balena bianca, e un nome democristiano dovevamo aspettarcelo dal Partito Democratico visto che il Ministro Maria Elena Boschi si è definita più vicina a Forlani che non a Berlinguer e peccato che nessuno della corrente socialdemocratica del PD auto messasi in minoranza dopo il pastrocchio delle elezioni presidenziali del 2013, abbia detto pubblicamente di essere vicino più a Berlinguer che non a Forlani.
A venti anni di distanza da Tangentopoli è chiara soltanto una cosa, la nostalgia per i vecchi partiti di massa: dal PC alla DC, dal PSI al MSI per concludere con PLI e PRI che furono spazzati via proprio dall'inchiesta su mani pulite condotta dai PM milanesi e che vide finire in carcere mezza classe dirigente.
Nostalgia non solo per i vecchi partiti che erano una guida sociale in cui ognuno poteva riconoscersi, ma anche per Tangentopoli di cui oggi, dopo gli scandali MOSE, EXPO e Mafia Capitale se ne sente davvero l'urgenza, magari con le immagini di affaristi, faccendieri, segretari in manette e sbattuti per direttissima in 41bis magari in perpetuo come i peggiori criminali.
E' evidente che il PD ormai è una DC ricostruita e aggiornata con la corrente socialdemocratica messa all'angolo e costretta ad obbedire al capoccia di turno senza avere nemmeno il coraggio di andarsene e dire chiaro e tondo che una di una nuova Balena Bianca non c'era bisogno ma forse di una nuova sinistra marxista, comunista, socialista e libertaria quello si, che partisse dal basso e lavorasse per i lavoratori e fosse un punto di riferimento per quella categoria.
Non c'è bisogno comunque di avere nemici a sinistra, perchè dopo la PDC non c'è nulla e non ci sono neanche gli uomini capaci di ricostruire un Partito Comunista, ops di Sinistra come in Grecia o in Spagna o in Germania.
L'unica cosa che arriva dalla minoranza minorata PD sono gli applausi automatici al discorso del Capo dello Stato e cori di evviva per l'elezione. Le lacrime della Bindi sostituiscono quelle di Bersani, le prime sono di gioia l'altre erano di disperazione, le stesse lacrime, virtuali e reali che versano i lavoratori subordinati e precari per la mancanza di qualcuno e qualcosa che li rappresenti e li difenda e non sono solo lacrime di nostalgia ma anche di dolore, autentico.

giovedì 8 gennaio 2015

Scherza con i fanti.....

Apro con l'inizio di un vecchio adagio il mio seguente post. Inutile stare a ripetere quanto di drammatico è accaduto a Parigi mercoledì 7 gennaio 2015, le parole non servono e, permettetemi di dirlo neanche la stucchevole, noiosissima campagna di ipocrita solidarietà scatenatasi dopo il fatto di sangue.
Le vesti di lutto, i capelli stracciati, le frasi ad effetto "Siamo tutti Charlie Hebdo" non servono a fermare gli assassini  e sono destinate a scomparire tra qualche giorno inghiottiti da altri avvenimenti, nazionali e internazionali. Il mondo corre veloce....
Provo a vedere le cose da un altro punto di vista, assai più critico. Innanzitutto se è vero come è vero (ma sarà vero?) che viviamo in una parte del mondo libera e democratica, esiste dunque la libertà di espressione e di stampa garantita dalle varie costituzioni nazionali e mai messe in discussione. Verissimo ma, e c'è un ma, esiste anche anche il sacrosanto diritto di non essere offesi a buon mercato e a ogni piè sospinto da caricaturisti e vignettisti che hanno merce su cui lavorare e personaggi cui prendere bonariamente in giro.
La fede religiosa vissuta più o meno intensamente, quindio non parlo del cieco integralismo, è un sentimento umano che trascende il raziocinio e molto spesso suscita emozioni che non sono forse, neanche spiegabili se non da chi le prova.
In questa parte del mondo libera e democratica, va bene tutto, va bene contestare e protestare su provvedimenti legislativi, discutere su temi di attualità o di coscienza, proporre iniziative, il dialogo tra idee politiche, economiche, sociali diverse, ma se c'è una cosa che va, e non andrebbe, evitata è insultare pesantemente la fede religiosa altrui, in quanto si viene palesemente meno al diritto di credere e professare la propria religione senza che qualcuno ci scriva frasi pesanti sopra.
Il diritto di stampa e di espressione non significa in alcun modo arrogarsi il diritto di offendere la religione altrui e non per una reale o immaginaria paura di atti terroristici, quanto più praticamente per puro buon senso e intelligenza. Un po' come dire "Libera Chiesa in libero Stato".
Con ciò, si guardi bene, non giustifico assolutamente la strage compiuta, anzi, chiedo che venga applicato il senso di giustizia anzichè la voglia di vendetta, l'integralismo e chi fomenta atti di terrorismo religioso va punito anche se sarebbe utilissimo ricordarsi che, il libero e democratico occidente ha i suoi bellissimi scheletri nell'armadio ( la strage dei Catari, le crociate, lo sterminio in nome del re e della chiesa dei nativi americani, la messa al bando dei gesuiti, lo sterminio di frati e suore durante le rivoluzioni francese e russa, i papi indegni e corrotti....)prima di gettarsi a capofitto in imprese in nome della democrazia e della libertà esportata.
Invece di urlare al lupo e dare immagini da avanspettacolo di isteria collettiva, usiamo l'intelligenza e un po' di senso critico nel capire e riflettere su ciò che ha provocato la reazione dei fanatici che, poteva essere la reazione più pacifica di chi in molte zone del mondo professa la fede islamica.
La prossima volta, invece di alzare le matite in mano e piangere sul sangue versato, prima di disegnare o scrivere qualcosa, ricordiamoci che esistono i sentimenti e che è utile sempre limitarsi a "Scherzare con i fanti e lasciar perdere i Santi" anche quelli islamici....