sabato 22 dicembre 2012

Sant'Andrea repubblicano. A metà

Nel 2014 si terranno in Scozia le consultazioni referendarie per stabilire una volta per tutte se la Scozia,Uno dei quattro Paesi costituenti il Regno Unito vorrà essere una nazione libera e indipendente per la prima volta dal 1707.
Il Partito Nazionale Scozzese,che nel 2011 ha vinto le elezioni e conquistato la maggioranza nel parlamento di Edimbrgo ha intavolato trattative con il nuovo premier britannico David Cameron per stabilire modo e data delle elezioni.
Dopo vari incontri si è giunti a un accordo: gli scozzesi voteranno nel 2014 e gli aventi diritto saranno tutti gli scozzesi a partire dai 16 anni di età,il referendum chiederà se la Scozia dovrà staccarsi dal Regno Uniuto e tornare indipendente oppure restare all'interno dell'Unione fermorestando ampi poteri concessi con la Devolution del 1997 che ha permesso alla Scozia di eleggere un proprio parlamento pur mantenendo rappresentanti anche alla Camera di Londra.
A questo punto c'è una stranezza.
In caso in cui l'esito del referendum dovesse sancire l'indipendenza della Scozia essa non diventerebbe automaticamente una Repubblica ma, riconoscerebbe come Capo di Stato il monarca o la monarca inglese restando all'interno del Commenwealth.
Ai Windors forse brucia ancora il fatto che dopo anni di ininterrotta guerra contro gli irlandesi nel 1921 l'isola di san patrizio conquistò una totale indipendenza dalle grinfie rapaci della Corona britannica,diventando non solo uno stato libero e indipendente ma una Repubblica democratica che getta sempre uno sguardo sull'Irlanda del Nord divisa tra filo britannici e filo irlandesi.
Già il fatto che il premier scozzese Alex salmond abbia preteso e ottenuto  che in Scozia si tenessero elezioni per decidere le sorti del Paese,evidentemente ha irritato la vecchia mummia di Elisabetta II che facendo (forse) pressioni sul primo ministro britannico abbia voluto "limitare i danni" evitando che la Scozia non diventi una nuova Irlanda e il parlamento britannico non tagli l'appannaggio alla Corte Reale inglese, che svariati mesi fa ha dovuto prelevare fondi destinati a classi più disagiate per riparare il malandato tetto del palazzo reale.
I secoli passano inesorabili ma la mentalità di chi ha la sciagura (sopratutto per chi è regnato) di portare un ferro vecchio sul capo,non cambia mai: regnare su un metro quadrato in più ed evitare sconquassi giacobini.
Gli scozzesi,secondo alcuni sondaggi sarebbero favorevoli a restare appiccicati all'intero del Regno Unito con un forte decentramento,e se i sondaggi fossero confermati anche allo spoglio delle urne sarebbe un treno perso che non ripasserà tanto facilmente. L'atto di unione del 1707 che annetteva formalmente il Regno di Scozia a quello britannico suscitò le ire e il malcontento di quegli scozzesi che adesso avrebbero un'arma (anche se in parte spuntata) per ottenere quello che 300 anni fa gli fu tolto per un aiuto interessato.
Spuntata perchè il fatto stesso che una eventuale indipendenza della Scozia che resterebbe all'interno del Commenwealth è una sorta di presa in giro in quanto il popolo scozzese ha diritto di chiedere la completa indipendenza dalla corte inglese che,a secoli di distanza vuole tenere popoli diversi uniti a ogni costo.
La contrarietà sul fatto che la Scozia abbia chiesto di poter indire un referendum e decidere del proprio destino proviene anche da Londra e ha motivi assai più venali: innanzitutto Londra,nel caso di indipendenza della Scozia non avrebbe più a disposizione i milioni di barili di petrolio che,adesso sfrutta piantando pattaforme sui mari che bagnano le coste scozzesi e dovrebbe spostare i sottomarini nucleari inglesi attraccati nel porto di Faslane e che,con l'indipendenza della penisola di sant'Andrea sarebbero banditi. Insomma ragioni più pratiche rispetto a quelle opposte (segretamente) e più ideali dei Windsor.
Ci sarebbe anche da fare un calcolo più economico: in caso di Indipendenza,la Scozia si troverebbe in guai seri: il debito pubblico sarebbe di circa 300 miliardi di euro ovvero due volte il proprio PIL,una eventuale ingresso nell'EURO a queste condizioni sarebbe pericoloso,Londra,fin'ora ha coperto la voragine,ma in caso di indipendenza si aprirebbero nuovi scenari economici e probabilmente Edimburgo non otterrebbe l'ingresso,con questi dati,nel clan della moneta unica continentale.
Il fatto stesso di aver ottenuto un referendum è un evento eccezionale tenendo presente che,nel 2010,altri partiti scozzesi si opposero decisamente a questa iniziativa puntando su una maggiore autodeterminazione e un maggiore decentramento politico nei confronti di Londra che si mantiene unita alla Scozia dal 1707 con un discutibile Trattato di Unione che fondeva i due regni fino a oggi. All'epoca la maggior parte della popolazione scozzese protestò duramente contro questa decisione e il governo londinese mobilitò l'esercito per reprimere eventuali insurrezioni e proteste violente,alcuni personaggi spedirono lettere di proteste al Parlamento scozzese che insieme a quello britannico aveva firmato l'Atto citato spinto da motivi economici ben precisi.
Tornando ai nostri giorni, aqueste condizioni il referendum rischia seriamente di deventare una farsa nazionale,gli scozzesi otterrebero una indipendenza ma sarebbero legati alla corona dei tedeschi Windsor come il canada o L'australia che recentemente hanno mostrato frasi di "insofferenza" verso un riconoscimento generale del monarca anche come proprio Capo di Stato.
Verso la fine del 2014 sapremo che cosa decideranno gli scozzesi,ma di una cosa possiamo essere certi: Sant'Andrea potrebbe essere una isola repubblicana mutilata, legata ancora alla corona dei Windsor

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