lunedì 10 febbraio 2014

L' altra faccia del ricordo.

Oggi 10 febbraio si commemorano tutti coloro che perirono tragicamente in Istria, Dalmazia e Friuli Venezia Giulia durante e dopo la Secnda Guerra Mondiale per mano delle truppe jugoslave di Tito.
La tragedia, passata alla storia come "Foibe" prende il nome da cavità carsiche site proprio nei sopracitati luoghi appartenuti all' Italia e ceduti alla Jugoslavia al termine del conflitto.
Migliaia furono le persone che persero la vita scaraventate con scariche di mitragliatrice o con calci dei fucili a gruppi di persone inermi legate con fili di ferro affinchè, poste sull'orlo delle cavità, precipitassero in blocco legate gli uni agli altri.
Le truppe jugoslave tra il 1944 e il 1947 fecero una vera e propria operazione di pulizia etnica in quelle zone trucidando tutti gli italiani rimasti e residenti e costringendo con tali azioni altre centinaia di migliaia di italiani ad abbandonare per sempre i luoghi natali e di vita al fine di evitare la cattura e la morte certa.
Per decenni l'argomento delle "Foibe" è stato taciuto e nascosto alla verità storica fino a quando per volere di Carlo Azeglio Ciampi allora Presidente della Repubblica e del governo Berlusconi si decise di scegliere la data del 10 febbraio per commemorare una tragedia rimasta sotto il tappeto per oltre sessant' anni.
In Italia, patria del melodramma non si perde occasione per tinteggiare a senso unico e con un torrente di commenti lacrimosi e struggenti quella che si, fu una tragedia immane, ma si dimentica volentieri altre tragedie ed efferatezze compiuti dagli italiani in terra Jugoslava e in generale in terra balcanica.
L' allora Regno d'Italia guidato da Mussolini e affiancato da Vittorio Emanuele III entrò in guerra a fianco della Germania nazista il 10 giugno 1940, completamente incapaci di sostenere una guerra sul lungo periodo e provvisti di mezzi antiquati per una guerra di rapido movimento, gli italiani decisero, in Jugoslavia e nei Balcani di sopperire alla mancanza di mezzi con una dose massiccia di crudeltà.
Nel pieno delle operazioni militari condotte parallelamente a quelle tedesche, gli italiani impegnati in Jugoslavia, per stroncare una inattesa resistenza locale utilizzarono, al pari dei loro alleati, lo strumento dei campi di sterminio.
All'interno delle zone occupate nell'attuale Slovenia, i militari italiani comandati dal Generale Mario Roattaa partire dal marzo del 1942, costruirono campi di concentramento in cui internarono migliaia di civili sloveni seguendo le disposizioni scritte nella famosa circolare  "3 C" che era una vera e propria dichiarazione di guerra contro la popolazione civile slovena accusata di sostenere le operazioni di difesa degli jugoslavi nella zona.
Rinchiusi a migliaia furono circa 3500 coloro che persero la vita lasciati morire di fame e di sete per fiaccare il morale della popolazione e instaurare un regime di terrore militare.
Addirittura all'interno dei campi di concetramento italiani in Slovenia la percentuale dei morti superava di gran lunga quella dei campi di sterminio nazisti; senza parlare dei villaggi e dei comuni rasi al suolo di intere famiglie slovene trucidate senza pietà nemmeno per donne, vecchi e bambini.
L' Italia al pari della Germania era un Paese aggressore e questo pare essere stato dimenticato quando oggi, ogni anni si commemora la tragedia delle foibe.
Non mi sento di giustificare l'operato dei militari jugoslavi contro la popolazione italiana in Istria e Dalmazia, in quanto atrocità senza appello, ma la cosa irritante è che la commemorazione abbia assunto un senso unico del tutto inappropriato quando sarebbe stato più giusto chiedere umilmente scusa per quanto compiuto dalle truppe militari italiane nei Balcani tra il 1940 e il 1943 e unire la commemorazione delle foibe a una altrettanto sacrosanta commemorazione per le vittime innocenti lasciate morire di fame e di sete nei campi di concentramento italiani in terra Jugoslava e degli eccidi compiuti laggiù.
I commenti sentimentali dei media si commentano da soli, in Italia siamo abituati al tono di tragedia e a urlare "mammasantissima" a ogni piè sospinto, ma mai e dico mai a porci la mano sulla coscienza (sporca) per quanto fatto dai nostri connazionali verso altri popoli e genti inermi e innocenti bollati come criminali per il semplice fatto di difendere la terra in cui erano nati e vissuti.

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