A distanza di ventiquattro ore non so davvero chi, nell'incontro di ieri pomeriggio tra Matteo Renzi e Beppe Grillo, abbia fatto bella figura.
In streaming, durato meno di dieci minuti, ho assistito o meglio ho creduto di assistere a uno dei film di Totò e poco non ci è scappata una risata se non mi fossi ricordato in che condizioni siamo e in quali mani siamo capitati.
L'incontro tra il comico e il figlio di Fonzie si è concluso quasi con un monologo ligure a cui il fiorentino ha tentato disperatamente di aprir bocca, e per mezzo minuto è anche riuscito a dire qualcosa.
Un dialogo tra una persona sorda (Grillo) che in quanto tale non ascoltandosi e credendo che gli altri abbiano lo stesso problema urla scompostamente e un muto, (Renzi) che un po' per colpa sua un po' per colpa dell'interlocutore sordo riesce a farfugliare qualcosa che è a malapena comprensibile, tranne all'ultimo quando con uno sforzo da mezzo muto dice a Grillo di uscire dal blog e di vivere la vita reale, l'altro non se ne da per inteso non potendo e volendo sentire.
Il resto è storia di ore recenti: alcuni senatori pentastellati hanno criticato Grillo andato all'incontro con il muto fiorentino a malavoglia a tenere uno spettacolo interno, Grillo gli ha bollati come traditori minacciandoli di epurarli dal non partito, la rete vuole linciarli.
Davvero uno spettacolo tra il comico e il grottesco, un incontro in cui non si è approdato a nulla e nemmeno si ha avuto il coraggio di dire ciò che andava detto e non le solite prosopopee.
Se al posto di un sordo ci fosse stato un politico con la spalle larghe e mezza intelligenza avrebbe esordito spiattellando la verità dei fatti che fanno male.
Innanzitutto che in questo preciso momento e in queste precise condizioni Matteo Renzi non solo non ha un mandato elettorale che gli da diritto di formare un governo, non solo ha ottenuto un incarico da un Presidente della Repubblica che il buon senso vorrebbe dimissionario dopo il fallimento di Letta, ma sopratutto che Renzi rischia il fallimento al primo colpo o se approda a Palazzo Chigi, rischia di restare in coma politico se non per i voti del partitino di Alfano per il ricatto di Berlusconi e viceversa, una situazione assurda e rocambolesca da far morir dal ridere lo scemo del villaggio.
Allora si che Renzi avrebbe fatto la parte del muto per alcuni minuti non potendo aprir bocca se non , al termine della requisitoria per dire le solite scemenze politiche e far finta di non voler intendere la verità.
Invece ieri per la gioia della mia insana curiosità e di quella di tanti italiani è andato in onda un dialogo tra sordo muti, conclusosi come si era aperto.
Verrebbe da esclamare la frase di Sora Lella in uno dei film di Verdone: "Annamo bene, annamo proprio bene!". Scopriremo come andrà a finire anche questo pastrocchio solo vivendo ben lungi anche noi dal capire che la colpa di questa situazione è di tutti noi, di Napolitano e della classe politica ormai in decomposizione che riesce a dare solo comici, imitatori di personaggi televisivi, saltimbanchi, ladri e celebrolesi che si inseriscono tra sordi e muti. Un bello spettacolo, un vero manicomio.
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