giovedì 3 dicembre 2015

Il crocifisso dove lo metto?

A poche settimane dal Natale è immancabile la solita pensata goliardica in anticipo sul Carnevale e comunque fuori luogo.
Il preside della scuola elementare di Rozzano ha deciso arbitrariamente di vietare, in nome di una personale interpretazione della laicità, sia i canti natalizi cantati a scuola, sia la realizzazione del presepe adducendo a pretesto che, queste tradizioni urtano la sensibilità e la fede religiosa degli altri bambini e che comunque la scuola, essendo un edificio pubblico deve essere terza e imparziale nei confronti delle religioni professate.
Ovviamente il preside come del resto i docenti si guardano bene dall'osservare come i giorni festivi coincidono "casualmente" con le festività religiose che, in Italia sono cristiane e non solo laiche e che, fare, a spese dei contribuenti due settimane di cazzeggio non urta la sensibilità di credenti e non e neanche degli altri cittadini che a differenza di presidi e docenti lavorano anche a Natale e Capodanno senza che ci siano sindacati a difendere, il sacrosanto diritto di astenersi dal lavorare in quei giorni.
Una visione davvero originale del concetto di laicità che dovrebbe, a mio parere, garantire e tutelare la libera professione di fede pubblica e privata di ciascuno, senza offendere quella altrui invece di sbandierare motivi di laicità e offendere quella della maggioranza che si professa cristiana e che, giustamente vede in queste forme di divieto un attacco frontale alla propria sensibilità confessionale.
A "difendere" chi protestava contro l'assurda decisione del preside sono scesi in campo anche i genitori degli alunni musulmani che frequentano l'istituto, affermando che i canti natalizi e la realizzazione del presepe non offendono minimamente il loro essere musulmani e anzi, vedono in queste tradizioni una forma di integrazione.
Spesso visti come un pericolo pubblico, a volte considerati come professanti una religione dall'aspetto ambiguo, i genitori musulmani sono stati più maturi di un preside che di laico ha solo la voglia di godersi le feste "religiose" che sono per legge obbligatorie alla faccia di chi, per portare a casa qualche euro in più è costretto a rompersi la schiena anche durante le festività invernali.
Il preside, all'indomani della protesta, ha abbandonato la dirigenza dell'istituto non rilasciando dichiarazioni.
Uno smacco forte per i tanti che vagheggiano idee laiche e laiciste ma non sapendo di cosa parlano pensano bene di attaccare una religione in particolare e non una a caso, ma quella maggioritaria per varie ragioni.
Ovviamente i pasionari del laicismo non si azzardano a criticare o contestare la libertà dei musulmani di professare la propria fede perchè, come accaduto per la vignette satiruche del Charlie Hebdo corrono seriamente il rischio di saltare per aria per colpa di un fanatico integralista, o, nei migliore dei casi, trovarsi un migliaio di musulmani incazzati sotto casa che minacciano sfracelli.
I pasionari di una forma malata del laicismo non si azzardano a contestare la libertà degli ebrei di professare la loro fede perchè una cosa simile l'hanno fatta già i nazisti infornandone milioni. Dunque, non si fa lo stesso errore due volte.
Però con i cattolici le cose stanno diversamente. Si può ciarlare liberamente sul fatto che la Chiesa Apostolica Romana abbia, nel mondo oltre 2000miliardi di euro di beni immobili alla faccia della povertà tacendo sul fatto che gli immobili sono quasi esclusivamente donazioni libere e volontarie. Si può far notare con un certo vituperio di come il clero viva in un lusso sfrenato e senza vergogna ma si tace sulle opere di beneficienza compiute ovunque e che, il presunto lusso riguarda solo certi prelati, come lo spreco secolare riguarda bensì gran parte del mondo politico.
Si può battere i pugni sul tavolo adducento a pretesto che la religione cristiana sia una fede tentacolare e oppressiva che, in ogni modo tenta di prendere con ogni mezzo (?) nuovi fedeli, dimenticando che le conversioni in realtà sono libere e spontanee e rigurdano anche persone che erano anche assolutamente estranee alla religione cattolica e non parlano di atti violenti bensì di una "conversione" avvenuta per fattori scientificamente inspiegabili e che la mente umana stenta a comprendere.
I "laicisti" possono mettere alla berlina la Chiesa cattolica per la sua battaglia contro ogni forma di conoscenza scientifica senza sapere che, molto spesso è proprio la Chiesa a chiedere e pretendere che su determinati fenomeni indaghi proprio la scienza cercando spiegazioni razionali e dunque potendo agire liberamente nel riconoscere o no miracoli, apparizioni o altro.
I "laicisti" dunque contrariamente a ogni forma di rispetto, e libertà religiosa attaccano quellacattolica ipocritamente per garantire la libertà altrui negandola alla maggioranza che, a pari degli altri, ha il diritto di professare liberamente la propria fede.
La battaglia condotta da questi personaggi intrisi di una avversione feroce verso la fede maggioritaria e anche ingiustificata sfocia apertamente in una forma non tanto velata di anticlericalismo e ateismo di stampo sovietico in barba, a quanto detto sopra sul vero concetto di laicismo ovvero imparzialita e terzietà dello stato che deve garantire la libera professione di tutti.
A quanti mirano a un modello di laicità assai simile se non superiore a quello introdotto in Francia ricordo che:
1) La Francia resta, nonostante la laicità una nazione a maggioranza cristiana
2) La Francia ha introdotto la laicità avendo i suoi bravi scheletri nell'armadio in tema di libertà religiosa sempre fatta a danno di quella maggiore.

Infatti i transalpini per secoli non si sono certo risparmiati in termini di fede in quanto Carlo Magno ha condotto una guerra anche religiosa contro i Sassoni convertendoli a forza, alcuni re francesi del Medioevo hanno preso la croce accettando di farsi pellegrini in Terrasanta e vantano anche un re santo crociato (Luigi IX), il fondatore dell'ordine dei Templari così come l'ultimo Gran maestro erano francesi e per settant'anni la Francia ha praticamente tenuto per se il papa ad Avignone con tanto di cardinali francesi contrari al suo ritorno in Italia. Napoleone I ha firmato un concordato con la Chiesa Cattolica ripristinando la libertà di culto, Napoleone III ha difeso lo stato pontificio quando è stato attaccato dalle truppe volontarie guidate da Garibaldi nel 1867.
I presidenti francesi tanto laici e imparziali oltre alla carica di presidenti della Repubblica, sono anche non solo co-principi di Andorra ma anche protocanonici d'onore della Arcibasilica papale di san Giovanni in Laterano, titolo onorifico concesso dai papi ai precedenti sovrani francesi.

In conclusione, la faccenda della scuola di Rozzano dimostra come molte persone intendono in concetto di laicità, ovvero non come un modo per creare un dialogo e rispetto reciproco insieme alla libertà di professare la fede, ma di attaccarne una in particolare non solo non potendo fare lo stesso con le altre fedi, ma perchè fa comodo anche per farsi campioni di certe idee personali e alfieri di certe azioni offensive.
La libertà di professare anche pubblicamente la propria fede è valida anche per i cattolici che non hanno diritto di essere offesi nel loro sentimento ne aggrediti nelle loro convinzioni personali, con scuse abominevoli partorite dalla fogna di qualche pseudo laico-anticlericale.



venerdì 20 novembre 2015

Continente trinariciuto

Come volevasi dimostrare. Sono bastati gli attacchi terroristici di Parigi lo scorso 13 novembre 2015 per confermare quanto scritto da me, su questa piattaforma,  nel post precedente.
Tornando sull'argomento della libertà e della democrazia diffusi e predicati a partire dai primi anni del XVIII secolo, è bene notare come questi sani precetti che, si badi bene, non sono e non possono essere prerogativa esclusiva di una classe sociale, siano stati instaurati in Europa colpendo acriticamente, ciecamente una religione che, volenti o nolenti è stata per secoli un vero collante di popoli e culture europee diverse tra loro.
Dalla soppressione dell'ordine gesuita in nome del secolarismo, fino al processo di scristianizzazione forzata in Francia durante la Rivoluzione con il culto dell'Essere Supremo, per finire ai governi anticlericalisti del Messico e all'ateismo sovietico del XX secolo, si vede come il cristianesimo abbia subito attacchi frontali vedendo la religione cristiana esclusivamente sotto le vesti materiali dei chierici e non in quelle della sua funzione e della sua missione oltre alla sua strutturazione.
Adesso a distanza di trecento anni dall'inizio di questo processo di diffusione vediamo come, basta un sentimento umano per attaccare, quello che fino a questo momento era considerato irrinunciabile e sacro come un totem, ovvero la libertà di circolazione e di espressione.
Libertà incrinata non dal di fuori, ovvero dalla follia fondamentalista, quanto dai ventotto rappresentanti della Unione Europea che, come struttura economica e politica di, libero a ben poco, a cominciare da un Europarlamento ridotto a funzione di discussione su quisquiglie.
Ed ecco che, contrariamente a quanto dovrebbe accadere in simili casi ovvero, lasciare all'Europarlamento discutere, decidere e votare eventuali misure straordinarie (paradossali comunque, anche se votate da un organo democratico), questo incarico venga assunto dai ventotto ministri esteri europei che scioccati come donnette isteriche da quanto è accaduto, hanno deciso di "modificare2 sostanzialmente gli accordi di Shengen limitando la libera circolazione di uomini e mezzi che tornaranno a essere controllati alle frontiere.
l'Unione Europea come gli Stati Uniti dopo l'11 settembre 2001 che, con il Patrioct Act pose seri limitazioni e controlli in tutti gli aereoporti, al fine di evitare di imbarcare oggetti pericolosi che potessero essere usati da altrettanti potenziali dirottatori e che, con il Freedom Act di Barack Obama è stato esteso fino al 2019.
All'indomani della strage di Parigi, evidentemente i valori di libertà e democrazia, in Europa non sono così intoccabili e sacri come si voleva far credere se, una colpa delle intelligence nazionali deve essere pagata da tutti noi con limitazioni delle libertà personali e con i cittadini proni ad accettare tutto questo, come proni hanno accettato i precetti democratici e i valori illuministici che avevano precedentemente attaccato i valori e le radici cristiane condivise da tutti.
Contrariamente ai dogmi e alla strutturazione del cristianesimo, ecco che, i precetti democratici mostrano il loro valore secolare e temporaneo che possono essere tranquillamente ristretti agitando lo spettro della paura e del terrore come accaduto in Francia durante il Grande Terrore, in Germania all'ascesa di Hitler, in Italia con Mussolini e negli USA durante gli anni '50 con la "red scare".
Per questa Europa trinariciuta, pronta come la vedova nera che divora il marito dopo esserne stata fecondata, vale una vecchia vignatta satirica in voga ai tempi della Rivoluzione Francese che mostra Robespierre che in una selva di ghigliottine decapita una allegoria della Francia col berretto frigio e in cui era scritto "Non potendo tagliare le teste dei francesi, Robespierre taglia la testa della Francia".
L'europa non potendo incatenare i terroristi incatena i cittadini europei.
Ecco come i grandi valori di libertà, eguaglianza e democrazia, all'occorrenza siano frasi ad effetto che nella pratica possono essere parzialmente rimangiate, in Italia ne abbiamo da qualche anno un esempio pratico, l'Europa segue a ruota. Dunque prepariamoci cittadini europei all'ennesimo: "Contrordine cittadini!"

sabato 14 novembre 2015

Miserere.

"Miserere mei Deus secundum magnam misericordiam tuam".

All'indomani dell'atroce attentato compiuto a Parigi, le parole del Salmo 51 fotografano bene la situazione che sta vivendo non solo la Francia, ma un intero continente.
Sui social gli utenti si affannano a scrivere frasi e commenti di solidarietà nei confronti delle vittime degli attentati, a esprimere con gesti e simboli la loro vicinanza al popolo francese colpito al cuore da un manipolo di fanatici integralisti che hanno ammazzato e sono stati ammazzati per un amore portato alla follia e al delirio.
Le lacrime, i singhiozzi, le teste chine e le bandiere abbrunate lasceranno prestissimo il posto alle idee e alle discussioni per trovare soluzioni, che possano impedire il ripetersi di queste tragedie, anche se, dopo l'attentato al Charlie Hebdo, le discussioni sono state sterili e le soluzioni rimaste sulla carta.
Gira voce tra i media dirittura l'ipotesi, che la UE possa creare un organismo militare unico dopo le per nulla azzeccate decisioni di unificare frontiere, moneta e organismi politici con i risultati ben visibili sotto gli occhi di tutti.
Un esercito unico europeo, forse con compiti di polizia o forse con compiti espressamente militari con la prospettiva inquietante di utilizzare i soldati a crear danno in territorio altrui, magari seguendo l'esempio dei soldati americani in Iraq e Afghanistan che, non potendo sparare, si divertivano a torturare prigionieri o semplici civili. Il presidente Francese forse non ricorda le parole del suo predecessore Maximilien de Robespierre che affermò: "Nessuno ama i missionari armati", forse neanche la sua fine.
Il problema non è soltanto la scheggia del terrorismo islamico che recluta anche adepti in casa nostra (Europa), quanto di capire che cosa è l'Europa e in cosa crede, se mai esiste qualcosa in cui essa crede.
Analizzando ciò che accade dopo fatti di sangue simili, si ha la netta sensazione di avere a che fare con una società allo sbando, senza alcun punto di riferimento che si sveglia debole, indifesa, addirittura impotente, assolutamente incapace di reagire.
Una impotenza psicologica e materiale cui neanche i "dogmi" del mondo secolararizzato e democratico riescono a far fronte e a smuovere.
Mi riferisco alle cosiddette "libertà" che vanno da quella religiosa (ma è davvero così?), a quella di espressione, di associazione et similia. Concetti inculcati fin dalla primissima infanzia ma che, davanti a momenti simili sembrano sgretolarsi lasciando il posto allo sgomento e inermi milioni di persone che si gettano in preda allo sconforto.
Eppure dovrebbe essere facile per una società fondata sui precetti della Rivoluzione francese e dell'Illuminismo reagire energicamente esprimendo la ferrea volontà dei propri diritti e della propria libertà ergendosene a difesa granitica. Invece no, le dichiarazioni si limitano a frasi di circostanza, le reazioni sono farisiache o di profonda depressione.
La verità è che dietro i cosiddetti valori "del liberalismo" e del "secolarismo" c'è il vuoto, valori che si limitano solo a essere mere espressioni ma che non indicano soluzioni ne danno la forza necessaria per reagire, la verità è che la società Europea brancola nel buio senza sapere in cosa credere e senza alcun punto di riferimento, la verità, è che la società europea ha smesso di credere nel vero, nell'unica cosa per cui valeva la pena vivere (e morire), per accettare ad occhi sbarrati tutto ciò che una elite colta le ha propinato e che ora rivela tutta la sua debolezza intrinseca.
Si badi bene, non è una condanna al valore dell'accoglienza, quanto una presa di coscienza che, i valori secolari non riescono a far fronte a tragedie simili ne riescono a risollevare la società che non crede forse neanche più ai concetti del liberalismo diffusi dal movimento illuminista.
La società Europea, votatasi corpo e soprattutto anima ai precetti dell'illuminismo che mettevano in discussione (se non a condannare) i valori cristiani e la società da essa formata, è andata incontro al buio. Rinnegare, condannare, tout court tutto il passato e tutti i suoi valori è stato fatale in quanto l'Europa ha perso la sua identità per adottarne un altra, senza capire che era poco meno di una maschera: bella da far vedere, bella da diffondere e far provare, quanto ingannevole.
La verità è che l'Europa, colpita al cuore è assolutamente incapace di reagire all'odio religioso di una parte del mondo, perchè una identità religiosa non esiste più e se ne restano brandelli vengono bollate come superstizioni e sopravvivenze di un mondo ormai scomparso.
L'enunciato che afferma l'assoluta eguaglianza di tutte le religioni e la possibilità (libertà) di professare liberamente la propria fede, può trarre in inganno.
Una analisi approfondita e attenta di tutte le religioni, della loro storia, della loro evoluzione, unita alle testimonianze dei professanti soprattutto di parte cattolica rimpicciolisce l'affermazione al semplice fatto che se è vero che, nel mondo secolare, per usare una metafora, tutte le fedi religiose partono dalla partenza, è altrettanto vero, osservando la storia, che il cristianesimo arriva primo tra tutti, ma il cattolicesimo prima di tutti gli altri. Infatti la diffusione avuta dal cristianesimo in generale  ha fatto si che questa fede, contrariamente a tutte le altre, abbia trovato sempre terreno fertile per le conversioni in ogni parte del mondo escludendo pagine indegne della Chiesa che, essendo una fede governata da esseri imperfetti e impuri come gli esseri umani, ha avuto le sue colpe, come di colpe si è macchiato il mondo secolare che, restando in terra di Francia, per diffondere i suoi "dogmi" si è lordata le mani di sangue.
L'europa anche come organismo politico non è capace di reagire perchè non avendo, al di fuori della moneta unica, un valore condiviso, resta ferma sull'orla della fossa seduta, non c'è nulla, sia per la società Europea, sia per l'Unione Europea, qualcosa per cui reagire e alzare la testa, non ci sono principi, non ci sono valori condivisi da difendere con forza, per cui lottare, l'Europa è abbandonata a se stessa sola con enunciati scritti sulla carta ma che molti disprezzano e ritengono inutili, in momenti simili. La società Europea dunque, paradossalmente non crede neanche in quello in cui credeva fino al giorno prima, non crede alle frasi ad effetto, come ai concetti di libertà sbandierati.
Impossibile in queste condizioni sperare che un continente senza identità e senza volto reagisca, impossibile credere che una società senza valori condivisi, posssa unirsi se non limitandosi al cordoglio.
Una società senza valori è una società impotente, indifesa, potenziale ostaggio del primo fanatico religioso, obiettivo succulento da schiacciare per propagandare il proprio fanatismo e il proprio delirio malato.
C' è una sostanziale differenza tra la società europea e i fanatici islamici: i secondi ammazzano e si fanno ammazzare per un Dio che non esiste, ma che i precetti illuministi rispettano, i primi crepano avendo voltato le spalle ai veri valori religiosi e che i dogmi illuministi detestano o ridicolizzano. Lascio a voi decidere chi ha commesso l'errore più grande.
Concludo dicendo che è inutile chiedere a tutti di suonare e cantare la Marsigliese in segno di fratellanza, sarebbe opportuno Cantare il Miserere per un continente che non crede e non vuole più credere neanche a se stesso.

mercoledì 28 ottobre 2015

Rosso o verde?

Ci mancava solo questa. Con tutti i problemi da risolvere sentivamo davvero il bisogno di accapigliarci su un importante rapporto stilato dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che dimostra come un consumo eccessivo di carne rossa, aumenti del 18% il rischio contrarre il tumore al colon.
Tutto per la gioia irrefrenabile di vegetariani e vegani che non perdono occasione di incolpare, i voraci mangitori di bistecche, accusandoli di fomentare un consumo non eco sostenibile, di aumentare l'inquinamento, di essere uno dei responsabili per lo spreco di cibo e di accettare, consumando tonnellate di bistecche, tutte le torture inaccettabili inflitte agli animali oltre alla dolorosa morte tutto per saziare la voracità incontenibili dei carnivori a due zampe.
Ai novelli franceschisti, e alle anime candide che sono certe di aiutare la natura, eliminando per convinzione la carne dalla loro dieta "verde" sarebbe bene ricordare che si, uomini come Leonardo da Vinci, e Ghandi erano convinti vegetariani e che sono vegetariani anche alcune confraternite religiose cristiane, ma è anche vero che un vegetariano famoso era  Hitler. meno male verrebbe da dire, visto che da vegetariano ha sterminato qualcosa come 17 milioni di esseri umani, figuriamoci cosa avrebbe combinato se fosse stato un cannibale.
Agli hooligans del "piatto verde" sarebbe bene ricordare che, se il consumo di carne è oggetto di un gigantesco giro di denaro, non mi pare che frutta e verdura si possano prendere gratis e che anche questi cibi hanno il loro giro di businnes che fa gonfiare le tasche, non dei poveri lavoratori che li coltivano ma delle grandi industrie di conservazione, e di ingrosso che vendono foglie di insalata e lattuga anche per i panini di Mc Donalds che oltre all' hamburger hanno come contorno proprio la foglia vetegale....
Ai tifosi a senso unico del mangiar verde, che puntano il dito alla maniera di Savonarola urlando su come le bestie vengono macellate per foraggiare il consumo di carne, ricordiamo che frutta e verdura sono organismi pluricellulari viventi alla stessa maniera delle bestiole e che, se potessero avere gli occhi e la bocca per esprimere i loro sentimenti, ogni qual volta un bimbo calpesterebbe i fili d'erba, questo si beccherebbe un vaffa di cuore, ogni qual volta un contadino sradica le coltivazioni vegetali, non credo che sarebbe entusiasta del trattamento rude che lo strappa dal suo habitat meno ancora se sapesse di finire nello stomaco di qualche vegano intollerante, non nel senso alimentare, ma proprio nel senso di capoccia.
Il nocciolo dunque non è incolpare gli altri di essere più inquinanti di tutti o di puntare il dito o esultare per la ricerca di una organizzazione illustre, quanto di capire che, l'organismo ha bisogno di una dieta equilibrata e che, ognuno deve essere libero di mangiare ciò che vuole senza essere additato come un mostro carnivoro o vegetariano. Non è dunque rispolverare la lotta tra caino e Abele la soluzione ai mali della società quanto cercare di sprecare meno cibo possibile puntando su un riutilizzo creativo di avanzi e rivedere anche il sistema produttivo a larga scala che invade gli scaffali di ogni mercato, per poi restare largamente invenduto e finire al macero carne e vegetali inclusi.
La questione è cambiare anche il modo di nutrire terra e animali che spesso ingurgitano per colpa dell'uomo tonnellate di schifezze partendo dai mangimi dopati per gli animali da macello e concludendo con fitofamaci, diserbanti, insetticidi per frutta e verdura che finiscono sulla nostra tavola.
Il punto è capire che se un consumo eccessivo di carne rossa aumenta il rischio (non i tumori) di tumore del 18%, il rischio aumenta anche per coloro che essendo vegani consumano frutta e verdura inquinati con veleni dannosi per ambiente e esseri viventi.
La condanna non deve riguardare una sola categoria di persona in base a ciò che consumano, ma anche a tutto il resto riocordando che pesticidi e diserbanti sono prodotti da industrie  anche multinazionali che sono interessate alla vendita e al consumo intensivo di questi prodotti. Consumare frutta e verdura, non garantiscono l'immortalità dato che molto spesso sono trattati chimicamente prima di arrivare al consumatore.
A proposito, dall'Europarlamento arriva il si al consumo di alghe e insetti spacciati come cibo del futuro. Un giorno forse più che innovativo cibo del futuro saranno le sole cose che resteranno dopo che 10 miliardi di esseri umani hanno divorato carne, frutta e verdura o l'avranno fatta marcire perchè "in eccesso" mentre discutevano se essere carnivori o vegani.

giovedì 15 ottobre 2015

Sacrilegio, doppio sacrilegio, sacrilegio con fiocco....

Si tiene a Roma in questio giorni il Sinodo dei vescovi che sono chiamati a esprimersi (non a decidere) su un tema che sta dividendo la comunità crisitana e le alte gerarchie ecclesiastiche: ovvero concedere o meno l'eucarestia anche a coppie di divorziati e risposati.
Innanzitutto partiamo da una precisazione doverosa. Il divorzio è una legge dello stato italiano varata all'inizio degli anni '70 e confermata tramite un referendum popolare che ne chiedeva l'abrogazione.
La Chiesa Cattolica Apostolica Romana ha sempre combattuto, contrastato, la legge battendosi accanitamente affinchè il referendum popolare abrogasse la legge che istituiva "lo scioglimento" del matrimonio civile.
La stessa Chiesa non riconosce alcuna validità al divorzio in quanto esso non scioglie definitivamente in alcun modo il vincolo matrimoniale che si interrompe, secondo la dottrina, esclusivamente con la morte naturale di uno dei due partner.
Il cattolicesimo prevede, come del resto, lo stato italiano, l'annullamento del matrimonio, secondo regole e modalità ben definite e specifiche, ad esempio: la costrizione, la minaccia, un matrimonio svoltosi senza l'accordo dei due coniugi o, più semplicemente perchè è venuto meno l'obiettivo principale del sacramento ovvero, la nascita dei figli dunque la consumazione del matrimonio.
Qualcuno potrebbe benissimo chiedersi quale differenza intercorra tra scioglimento del vincolo matrimoniale e annullamento: la differenza è che il divorzio viene sancito tramite articoli di legge e stabilito da un giudice secolare in una aula di tribunale in base alle leggi vigenti ma che non "cancella" il vincolo matrimoniale ma stabilisce in sostanza che i due partner liberi dal legame possono contrarre nuove nozze. Dunque il matrimonio precedente è, ragionando in termini religiosi, ancora valido, ergo per la Chiesa cattolica i divorziati risposati,  congiungendosi con un altro partner si macchiano di un peccato mortale gravissimo quale la bigamia.
Non riconoscendo validità al divorzio, la Chiesa impedisce la celebrazione di nuove nozze a uomini e donne divorziati e non concede il sacramento dell'eucarestia a essi in quanto in stato di peccato mortale.
Anticipando i commenti superflui a questa esposizione dei fatti, dico subito che, quanto scritto sopra non è quanto sostengo io, povero (in)fedele ma quanto stabilisce da decenni la Chiesa cattolica all'interno della sua dottrina e del suo insegnamento. Se ciò rende retrograda la religione cattolica, a tratti liberticida e amorale, si sappia che la religione cattolica non può per natura essere un organismo democratico intendendo "democrazia" il concetto sviluppato a partire dal settecento con l'affermazione dei diritti dell'uomo e del cittadino e via discorrendo. Quindi misurare la dottrina e il comportamento della Chiesa in termini di illuminismo e liberalismo e diritti umani è quanto più sbagliato si possa fare, la Chiesa cattolica non risponde al mondo secolare e ai suoi "principi" in quanto porta avanti una dottrina lunga oltre duemila anni.
Chiusa questa parentesi, passiamo ai fatti di giornata.
Durante i lavori del Sinodo un vescovo parlando davanti all'assemblea, ha esposto un episodio strappalacrime ma che, analizzandolo, suscita un moto di scandalo e di indignazione per chi conosce a fondo il funzionamento della Chiesa Cattolica.
Il vescovo in questione ha detto che durante la celebrazione della messa a cui partecipavano una coppia di divorziati, non potendo, il vescovo concedere il sacramento a nessuno dei due ha visto il figlio della coppia scoppiata prendere in mano l'ostia dividerla in due e consegnarla, con un gesto di carità, a entrambi. Fiumi di lacrime italiche, fazzoletti a portata di mano, commozione allo stato puro, una esplosione di buoni sentimenti per i soliti imbecilli che si lasciano abindolare da episodi simili.
In realtà osservando crudamente l'episodio si tratta nient'altro di uno dei più gravi e pericolosi casi di sacrilegio compiuto ai danni della particola che, come tutti sappiamo, per il dogma della Transunstanziazione diventa sangue e corpo di Cristo.
Fino al Concilio Vaticano II era impensabile, inconcepibile, assolutamente vietato prendere da parte del fedele la particola consacrata direttamente dalle mani del sacerdote, in quanto atto sacrilego che veniva aspramente punito. L'atto è sacrilego tutt'ora anche se il "reato" è passato in secondo piano data la abitudine dei fedeli che ogni domenica si lasciano, per così dire, prendere la mano.
"Reato" non perseguibile più di tanto, o meglio non come cento anni fa, in quanto il fedele sarebbe anche autorizzato a prendere la particola consacrata con le mani. Perchè?
Perchè Paolo VI a conclusione del Concilio Vaticano II firmò a malincuore e anche controvoglia e addirittura con inganno un documento in cui si stabiliva un indulto per quei fedeli che, per sbadataggine o ignoranza avessero preso tra le mani l'ostia direttamente dalle mani del sacerdote.
Quindi tutto finito? No, perchè per i tanti che sono addentrati nel meccanismo della Chiesa e praticano costantemente la fede cattolica, l'atto di prendere tra le mani l'ostia rimane sempre un sacrilegio gravissimo in quanto offende il corpo e il sangue di Cristo. A conferma di tale fatto faccio un esempio un po' lontano e un po' diverso che  potrebbe rendere bene l'idea:  Alessandro VI alias Rodrigo Borgia durante la celebrazione solenne della messa, fece cadere involontariamente una particola per terra, un suo assistente prontamente si accinse a raccoglierla, quando fu briscamente fermato dal papa che gli ordinò di lasciarla stare dov'era. Il gesto suscitò ripugnanza perfino a un ecclesiastico che commentò la vicenda scandalizzato al termine della funzione.
Concludo nel far notare su come certe notizie suscitino facilmente l'emozione lacrimosa dei cittadini comuni che vedono nella negazione dell'eucarestia ai divorziati risposati una intollerabile ingiustizia accusando la Chiesa di essere matrigna.
In realtà le cose studiandole stanno in maniera completamente diversa: non è la Chiesa ad allontanare i fedeli, in quanto il messaggio e la dottrina riguarda e raggiunge tutti e tutti i ceti sociali senza distizione (altro che la democrazia e i diritti umani...), ma sono i fedeli che compiendo una scelta, offerta dal mondo secolare come un atto di progresso, si allontanano dalla Chiesa. Essa agisce e si comporta secondo una dottrina vecchia di due millenni che non può e non deve essere misurata con i parametri del concetto del mondo secolare i cui valori e i cui principi sono labili e possono essere rimangiati.
Per cui cari lettori prima di stracciarvi le vesti dopo aver ascoltato o letto il racconto del monsignore in questione e lasciarvi scappare la lacrimuccia da coccodrillo, cercate di capire, come funziona il meccanismo della Chiesa e cosa dice la dottrina della stessa in proposito a episodi simili, prima di ululare alla luna il vostro dolore o fare come le volpi che, non potendo raggiungere l'uva dissero che era acerba.

mercoledì 23 settembre 2015

C'eravamo tanto odiati.....

La passata visita di Papa Francesco in terra di Cuba,uno degli ultimi avamposti del socialismo reale, sembra porre fine alla inimicizia tra marxismo e religione cattolica.
Il viaggio apostolico spalanca, o perlomeno, spalancherebbe le porte per una razionale analisi tra cattolicesimo e la dottrina di Marx che a differenza, di quanto si vuole lasciar credere hanno non pochi punti in comune, seppur seguento modalità diverse.
All'epoca della pubblicazione dell'opera del filosofo tedesco, la Chiesa era l' ultimo simulacro di un mondo che ormai era scomparso per sempre, ovvero la verità rivelata, la religione di Stato, l'alleanza (mortale) tra Trono e Altare. Punti cardine messi a soqquadro dalle rivoluzioni liberali (americana e francese) e dai moti della prima metà del XIX secolo in Europa che misero in discussione prima, e in crisi quasi irreversibile poi, la stessa Chiesa che, impotente davanti all'avanzare del libero pensiero e dei diritti civili, si chiuse in se stessa rifiutando qualsiasi dialogo con un mondo ormai rovesciato dai figli dell'Illuminismo.
Il "manifesto" del nascente partito comunista fu il nuovo pericolo imminente, ancora peggiore del male del liberalismo che, seppur attaccando la Chiesa, non ne aveva minacciato l'esistenza. Il passo in cui Marx affermava che, "la religione è l'oppio dei popoli" bastò a mettere sul piede di guerra tutta l'armata ecclesistica che urlava alla blasfemia e al nuovo "Anticristo".
La storia successiva fu un lunghissimo conflitto tra due sistemi agli antipodi: l'uno incitava alla preghiera, e a rafforzare la fede cattolica affidandosi alla Madonna, ai Santi e alla Chiesa di Roma, l'altro da Mosca, studiava scientificamente come annientare, azzerare, porre una lastra tombale sull'oppio dei popoli e far passar il singhiozzo delle genti oppresse dopo aver praticamente disintegrato, in Russia, la Chiesa ortodossa.
Due sistemi che per decenni si sono affrontati e scontrati senza capire che, le inasanabili differenze, partivano da un punto in comune: gli ultimi, i diseredati di questo mondo, gli oppressi, gli sfruttati delle classi sociali più modeste e che seppur in maniera diversa il marxismo e il cattolicesimo avevano lo stesso obiettivo: rendere più dignitosa la vita dei sopra citati anche se con percorsi differenti, la predicazione e la fede, l'uno, la rivoluzione violenta l'altro.
Lo scontro senza esclusione di colpi, si è concluso con la sconfitta del comunismo reale, il crollo del regime sovietico in mezza Europa, grazie soprattutto al contributo politico, sociale, economico, di Giovanni Paolo II che sostenendo Solidarnosc ha contribuito alla "liberazione" della Polonia che, negli anni successivi per una sorta di compensazione, si è gettata politicamente a destra.
Indubbiamente il marxismo che affermava come la religione fosse "l'oppio dei popoli" era impreciso in quanto, le classi più umili ridotte, soprattutto nel XIX secolo in miseria e mantenute a uno sfruttamento simile alla schiavitù, non avevano altro mezzo per sopravvivere, chela fede religiosa come ultima risorsa indispensabile per foraggiare la speranza di una vita eterna, almeno migliore, di quella vissuta quaggiù. Sarebbe dunque più appropriato parlare non di oppio ma di bastone dei popoli a cui lo storpio si appoggia, non avendo altri mezzi a disposizione.
L'ateismo imposto al pari della religione di Stato, si è rivelata un autentico suicidio in quanto, chiudeva la strada per un dialogo tra due mondi paralleli. la colpa è da ascriversi anche agli interpreti della dottrina marxista e al filosofo tedesco in particolare. Fondare un modello politico, sociale, economico in cui ogni fede religiosa veniva esclusa a priori e non alternativo a un sistema capitalistico in cui,, la religione pur esistendo, veniva posta da parte, è stato un errore imperdonabile.
La Chiesa cattolica ha reagito all'ateismo militante, in maniera anch'essa erronea lanciando anatemi, scomuniche e prediche contro i seguaci del modello comunista, forse anche comprensibile, ma non certo propositivo.
La visita di Bergoglio sembra appianare il contrasto tra un comunismo più di facciata che reale, in cui sussite il contenitore ma che deve cambiare il contenuto partendo proprio dal dialogo con la Chiesa di Roma.
In un mondo annegato, tra i valori del consumismo, del relativismo, dell'egoismo e dell'egocentrismo, in cui si celebra e si esalta il vincente e si esclude il perdente; in un modno in cui, domina un regime economico che vede le persone non come esseri umani viventi, ma come produttori di PIL e ricchezza e che ha trasformato in peggio il modo di vivere, inseguendo l'attimo fuggente per capitalizzare, è giunto il momento di dialogare sinceramente e unire le forze per abbattere quello che tra i due massimi sistemi economici è uscito vincente, dopo il crollo di quello comunista, imponendo nuove ingiustizie e ineguaglianze spesso inaccettabili, spacciandole per miracolosi medicamenti.
Se il sogno di creare in tutto il pianeta un sistema che abbatte le diseguaglianze, difendere la pace e la fratellanza tra uomini e tra donne, può avere come fratello proprio colui che un tempo era un irriducibile nemico numero uno, il progetto (mai abbandonato, ma ridotto al lumicino) non può prescindnere dalla Chiesa cattolica e dal Cristianesimo in generale. La preghiera, i dogmi cattolici, la verità rivelata, la fede, il percorso religioso, non sono in contrasto con il marxismo del XXI secolo, ma anzi sono preziosi alleati.
Il Vangelo e le parabole di Gesù Cristo sono a tratti identiche a un modo di vedere un mondo più giusto ed equo anche se il comunismo, nella sua versione mira più a una rivoluzione violenta che non alla creazione pacifica di un modello di stato egualitarista. Ammonendo e condannando la ricerca della ricchezza smodata, della risicazione quotidiana del tempo libero per una maggiore produzione in ogni campo, qui Chiesa e socialismo si possono incontrare; infatti il tempo libero e una diminuzione dell'orario di lavoro significano non solo da parte marxista più tempo per coltivare i propri interessi, ma anche dal canto cattolico più tempo per dedicare all'esercizio della propria fede o nella ricerca di quest'ultima.
La lotta (molto aspra) per garantire alle classi più deboli maggiore potere d'acquisto, con l'aumento dei salari non significa, avere il diritto di spendere anche malamente il proprio denaro, ma piuttosto, investirlo per le prossime generazioni o, (non c'è nulla di male) anche per donare libere offerte alla Chiesa.
Le proprietà della Chiesa in immobili possono, in un eventuale (più fantastico che reale) stato socialista possono servire come tetto per nuclei familiari più bisognosi grazie alla collaborazione tra Stato e Chiesa invece che sulla scontro tout court, infatti mentre proprietà donate coscientemente alla Chiesa servono o possono servire come supporto a genti in ristrettezze, la proprietà vendute o affittate a enti privati soprattutto economici escludono a priori questa possibilità, rendendo ancora più potenti e ricchi, chi ricco e potente lo è già perchè, come diceva giustamente Gregorio VII (Ildebrando di Soana) i ricchi di oggi non sono tali per proprio merito, ma quasi sempre perchè sono stati più bravi a rubare agli altri o a esercitare prepotenze su altri individui più deboli.
Partendo da questi presupposti, si può benissimo ritenere giusta e civile una alleanza con la Chiesa cattolica che non uno scontro sterile e inutile con essa. Del resto Gesù non predicava che è più facile che un cammello entri nella cruna di un ago che un ricco nel Regno dei Cieli?
C'eravamo tanto odiati, a oggi, fracamente, inutilmente.

sabato 22 agosto 2015

"Davvero mi fa schifo tutto quello che vedo in questo Paese" Atto III

Ancora una volta a commentare sull'ennesima figura di cacca di questa fogna italica a cielo aperto.
I funerai svoltisi nei giorni scorsi di Vittorio Casamonica boss di una delle famiglie della mafia capitolina ha scatenato una montagna di polemiche e, cosa non solo non secondaria, ma irritante, le opinioni scellerati di opinionisti, tuttologi e canagliume del social network.
Come sempre adesso si cerca di chiudere la stalla quando ormai i buoi sono scappati e quando tutto èì finito: le esequie degne di un principe della vecchia nobiltà romana scadute nel trash che è il costume della gentaglia mafiosa, si sono svolte tranquillamente gestite dagli stessi parenti della vittima come se si trattasse di gestire un qualunque affare mafioso o un traffico di stupefacenti.
Ciò che manda in bestia è che le istituzioni, a partire dal ministro dell'interno, dal prefetto di Roma, dal comandante dei carabinieri, per finire alla polizia municipale sapevano ciò che sarebbe accaduto e hanno addirittura prestato il fianco fingendo di non sapere, dichiarando oggi, che "ci sono stati errori gravi nella vicenda" come a dire "ci scusiamo per il previsto disagio".
La cosa peggiore è che, come nella migliore tradizione italica adesso si urla allo scandalo, si chiede la testa dei responsabili, si agitano le forche, si minaccia la sommossa virtuale quando sarebbe bene fare prima uno scrupoloso esame di coscienza.
Da decenni la corrente permissivista e deregolamentatrice di certa politica ha permesso che si arrivasse a tanto sfacelo.
Le leggi che hanno consentito al giudice di firmare il permesso ai parenti del boss, in carcere di assistere ai funerali, non esiste dall'altro ieri ma è frutto di un percorso legislativo che mettendo in evidenza i vantaggi, ne ha nascosto volutamente gli svantaggi.
La legge che ha introdotto in Italia ( e altrove) la concessione degli sconti di pena, delle pene  alternative, la possibilità di scarcerazione per buona condotta et similia, sono il risultato di ragionamenti irresponsabili che puntando sul fatto che il sistema penitenziario deve essere un sistema rieducativo, hanno tralasciato quello punitivo snaturandolo e ponendolo all'angolo.
Non sono una persona che pretende la reintroduzione della pena capitale (giammai!), ma neanche una persona che è disposta a osservare che criminali inveterati escano ed entrino a piacimento (loro) dal carcere con le istituzioni impotenti perchè permissiviste. Forse è il momento di rivedere la struttura di questo Paese ormai insostenibile puntando decisamente su un modello centralizzato e gerarchizzato osservante dei diritti umani e della libertà ma, che si assuma le sue responsabilità.
Sulla Chiesa che solo oggi si infuria urlando anch'essa allo scandalo, nulla da dire. Partendo dal prete esso non ha colpe in quanto il funerale è un sacramento cristiano che non può essere negato solo perchè il defunto è un ex galeotto ed ex delinquente, d'altra parte si fa notare che la stessa parrocchia ha negato le esequie a Piergiorgio Welby, decisione discutibile ma si dimentica che i funerali non sono un diritto dell'uomo e del cittadino da reclamare, ma un sacramento e un tempo, i suicidi (per la Chiesa forse si tratta anche di ciò nel caso di Welby) venivano seppelliti in terra sconsacrata con i cani, altri tempi, e anche altro sentimento cattolico, puro e senza compromessi, sceso a prostituirsi, oggi, con il positivismo e il relativismo di matrice secolare.
Del resto non vedo neanche perchè pretendere il commissariamento come scrive Saviano, in quanto non ci sono gli estremi e neanche per un periodo di interdizione (l'interdetto è una misura punitiva ecclesiastica che proibisce la celebrazione della Messa all'interno della Chiesa e all'interno della comunità colpita), ci sarebbe forse da discutere sul fatto che forse (ma le prove?) il prete sia stato corrotto o "costretto" a cedere davanti alla prepotenza di certi elementi, ma, per l'appunto, lo si venga a dimostrare.
Restano le immagini eloquenti di una figuraccia internazionale che ha messo a nudo le incapacità di una classe politica e dirigente incompetente che avrebbe dovuto essere spazzata via con tanto di esonero generale.
restano le frasi fatte, i commenti, le polemiche, degli utenti e dei cittadini bovi cornuti e mazziati che invece di pretendere spiegazioni prima hanno ceduto sullo snaturamento del sistema carcerario in senso più buonista, poi adesso, ne piangono le dolorose conseguenze e la sfacciataggine dei parenti del boss defunto, esaltandosi per il papa social che va a messa con i fedeli ma non esige di sapere la dottrina del Buon Pastore oppure, dall'altro lato si chiede la chiusura della parrocchia come se fosse un covo di militanti o di terroristi cattivi che negano ad uno ciò che concedono ad un altro, misurando la Chiesa e la sua dottrina con metro inutile dei diritti dell'uomo e del cittadino.