Iniziava così il "Manifesto" scritto dal teorico del comunismo scientifico Karl Marx. E pare che il prossimo anno si apre proprio all'insegna non degli spettri ma di cambiamenti veri che arrivano dalla patria della democrazie e del pensiero filosofico. La Grecia.
Il paese ellenico andrà alle elezioni il prossimo 25 gennaio come previsto dalla costituzione greca in quanto, il parlamento non è riuscito a eleggere il Presidente della Repubblica e dunque, la Carta prevede che in questo caso le camere vengano sciolte e si vada a elezioni anticipate.
Neanche a dirlo si è scatenato il terrore anti-sinistra sui mercati europei che urlano inutilmente al lupo, infatti se il candidato della Sinistra Radicale (Siryza) Alexis Tsipras dovesse (come dicono i sondaggi) vincere le elezioni, la Troika potrebbe avere i suoi grattacapi. Il candidato della sinistra radicale infatti ha stilato un programma che mira all'aumento dei salari, al riotrno delle tredicesime e una completa revisione se non un alt perentorio al programma di macelleria sociale intrapreso dalla destra liberista di Samaras, che diligentemente vorrebbe proseguire eseguendo i ricatti della Troika che, in un mondoi più normale sarebbe sbattuta davanti al plotone d'esecuzione senza equo processo.
L'unico problema (non da poco) sarà creare una coalizione che sostenga il candidato di Siryza al governo e qui c'è da segnalare l'incomprensibile rifiuto del KKE (Partito Comunista Greco) a formare una forza di esecutivo social-comunista.
Sperando che sia la volta buona per mandare al diavolo la Troika e i suoi ricatti e far capire ad altri membri dell'UE che forse è il caso di votare assai più a sinistra e far crollare una Unione Europea fondata sul mercato, la finanza deregolamentata, le privatizzazioni e altro marciume.
Nessun ricatto della Troika dovrà essere accettato da Tsipras, in caso di vittoria, anzi, se si tira la corda meglio uscire dall' Europa e arrivederci, nessun ricatto e soprattutto avanzare la proposta come per la Germania del 1952 di cancellazione del debito pubblico e permanenza senza condizioni nell'Euro alla faccia della Merkel e dei falchi liberisti.
Se si vuole uscire dalla tenaglia dell'austerity serve un terremoto, meglio se arriva dalla Grecia per poi diffondersi ovunque. Peccato che non ci sia più il pericolo del bolscevismo, ma non è mai troppo tardi. Oggi in Grecia, domani in Europa.
Nessun commento:
Posta un commento