La scorsa Pasqua 2014 il predicatore della Casa Pontificia padre Raniero Cantalamessa in una sua omelia attaccava duramente il desiderio squallido di possedere e arraffare ricchezze terrene, non solo trascurando quelle spirituali, ma infuriandosi se un legislatore accenna a misure tributarie più eque.
Mettendo la parte la stima e l'apprezzamento per le parole di padre Cantalamessa, davvero tutto avrei potuto immaginare, tranne che, lo stesso ordine a cui appartiene fra' Raniero, abbia dichiarato bancarotta, affermando che, a causa di "investimenti sbagliati" adesso quella che pare sia una "associazione a delinquere" che predica bene ma razzola malissimo, debba far fronte a forti somme da pagare tanto da far intervenire il capo della stessa associazione, Padre Michael Perry nel chiedere un aiuto economico per evitare conseguenze peggiori.
Tutto il mondo è Paese, verrebbe da dire, commentando l'ultimo (in ordine di successione) scandalo che travolge una Chiesa ormai ridotta a brandelli mantenuta penosamente in piedi e barcollante da un Papa gesuita che parla contro ricchezze e atti immondi, ma poco fa per fare pulizia dentro il letamaio.
Altro che affermazioni, discorsi e prediche, per ripulire le stalle di Augia sormontate dal crocifisso sarebbe utile la forza di Ercole, in mancanza di eroi Olimpici, affidiamoci alla Divina Provvidenza.
Uno scandalo che farebbe pentire lo stesso fraticello di Assisi e far perdere la Via di Damasco a san Paolo; un papa che, al momento della sua elezione unisce due "primati" primo gesuita a divenire pontefice e primo Papa a usare il nome del santo umbro dopo che nessuno dei papi precedenti si era azzardato a tanto dopo la morte dello stesso.
E chissà che il papa non si ricordi di ciò che accadde alla sua congregazione di appartenenza oltre duecento anni or sono: la Compagnia del Gesù fu praticamente bandita da quasi tutti i regni europei che, volevano affidare l'istruzione (tenuta allora in mano proprio ai gesuiti), in mano secolare, guardandosi ovviamente dal renderla democratica e accessibile a tutti, per poi essere sciolta proprio da Clemente XIV con il breve "Dominus ac Redemptor" seppur a malincuore. Le ricchezze e i beni dei gesuiti furono incamerati (nazionalizzati) e il generale dell'ordine Lorenzo Ricci fu arrestato e improgionato nelle oscuri prigioni di Castel sant'Angelo su epressa richiesta delle corti di mezza Europa, fino a termine del processo a suo carico.
Chissà che a Bergoglio non passi in mente di far rivivere ai francescani una disavventura simile con tanto di soppressione dell'ordine, riduzione allo stato laicale degli appartenenti, nazionalizzazione dei loro beni (alla faccia del voto di povertà!) e arresto di tutti i capoccia dell'ordine magari nelle carcveri italiane sovraffollate, in sostituzione di chi, a breve, col decreto "svuota carceri" dovrà uscire, e con l'obbligo del 41bis come i capimafia.
Sarebbe, quello si un gesto davvero forte, magari una apripista per future e debite epurazioni all'interno della Chiesa di chi indossa abiti sacri per azioni profane a cominciare da eminenza Bertone.
A proposito dell'ex camerlengo ottantenne, leggendo una vecchia profezia fatta di Malachia in cui essa affermava, dopo le sue visioni sull'ultimo Papa, che sarà, per così dire martirizzato, ho fatto alcune indagini.
La profezia citata sopra recita:
"Durante l'ultima grande persecuzione dei Cristiani siederà sul trono Pietro il Romano, che pascerà il suo gregge tra mille tribolazioni....."
il cardinal Bertone (ricchissimo e assai potente) potrebbe essere il Pietro il Romano di cui parla Malachia, infatti Bertone ha come seconto nome "Pietro" ed è nato a Romano Canavese in provincia di Torino....
considerazioni personali sui cardinali a parte, torniamo allo scandalo dei francescani che sarebbe meglio sopprimere per il semplice fatto di aver tradito e insozzato il loro abito e il valore e i principi che essi sono chiamati a diffondere insieme al Vangelo. Invece hanno diffuso e gettato denaro ai porci.
Sarebbe ora di farla finita con questa farsa e che il governo, alla caccia di denaro per aggiustare i conti di questa fogna sul mediterraneo, potrebbe non solo incamerare i beni dell'ordine a delinquere, ma anche abolire le feste paracattoliche come Natale, santo Stefano, Epifania, Pasqua, Lunedì dell'Angelo e Ferragosto lasciando ai fedeli (fedeli nel rubare?) la facoltà di festeggiare o meno le ricorrenze che non ricorrono e piantarla con parole al vento di facile sentimentalismo.
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