mercoledì 7 maggio 2014

"Lectio Magistralis"

Un Paese che non finisce mai di stupire. L'università Bocconi di Milano ha invitato, per una solenne "Lectio Magistralis", su come diventare ricchi e famosi nientepopodimeno che Flavio Briatore che ricco e famoso lo è già.
Le cose che stupiscono sono due: l'uno è il personaggio invitato per tenere una lezione magistrale su un argomento squallido, l'altro è il comportamento dei laureandi che per assistere alla lezione sono accorsi a centinaia tra spintoni, gridolini manco si trattasse di una rock star o un redivivo tronista.
Oltre a questo c'è da aggiungere anche un commento sulla lezione tenuta da Briatore che in parole povere ha detto ai laureandi che nonostante la preparazione universitaria a cui sono sottoposti, sono degli sfigati futuri disoccupati che in Italia non solo non troveranno lavoro come manger o direttori di aziende prestigiose ma, con la laurea bocconiana farebbero meglio ad aprirsi una pizzeria, "Tanto se fallite con la pizzerie potete dire almeno di averne mangiato uno spigolo" Testuali parole.
Battute feroci che in un Paese serio e con un tasso di normalità alto sarebbero state rispedite al mittente tra lazzi, insulti e la minaccia di prendere il billionario gestore della sua locanda di milionari a sprangate se non avesse abbandonato l'aula.
Siccome l'Italia è l'essenza dell'idioza sociale, politica e oggi anche universitaria, ciò non è accaduto lasciando il posto a risate e foto di rito. Le mamme e i papà dei laureandi saranno orgogliose dei loro pargoli che ridendo alle battute da padrone di Briatore hanno dimostrato di essere aborti viventi.
Non finisce qui, Briatore ha fatto notare come i suoi dipendenti prendano dai tremila ai cinquemila euro mance incluse e sorridono perchè sono felici, certo felici loro ma non chi il cameriere lo fa in pizzeria o al ristorante dove se va bene lavora a nero e i cinquemila euro li vede nell'arco di un decennio.
I laureandi figli di papà e fancazzisti nati e cresciutoi certo non si pingono il problema, per loro il mondo è bello perchè le rette la pagano i genitori, contenti dei loro figli che un domani siederanno in consiglio di amministrazione e saranno la classe dirigente del Paese.
Davvero un bello spettacolo, un bell'esempio concreto e reale sui sedicenti futuri manager che al massimo in giacca e cravatta saranno lo zimbello del Paese a sua volta zimbello dell'Europa, un paese in cui per una lezione magistrale chiama un sospetto milionario (non perchè lo sia davvero, ma per il modo sospetto in cui è diventato tale in poco tempo) che pontifica su come diventare milionari e famosi per poi affermare di aprirsi una trattoria dove almeno si mangia e si beve dimenticando il fatto che, nonostante la laurea bocconiana, ci si ritrovi a servire ai tavoli o a cucinare per quattordici ore filate.
Briatore ha bocciato anche le start up che sono la vera innovazione del momento definendole fuffa e aria fritta, affermazione accolta da applausi e risate divertite.
Sarebbe davvero il caso di aprire una gigantesca trattoria dove spedire a scarpate nel sedere i futuri laureandi che hanno assistito annuendo alla lezione magistrale e con loro i dirigenti della Bocconi e i suoi sedicenti professori e tutti i componenti della struttura, magari facendoli lavorare come bestie per poi fargli fare la fine che facevano gli ebrei e gli zingari sotto Hitler, cotti nei forni crematori, che nel caso sarebbero forni per cuocere i polli.
A proposito di Flavio Briatore, volevo riprendere una vecchia intervista fatta a Piergiorgio Odifreddi, logico matematico e saggista che Briatore lo ha conosciuto bene.
Il professore ricorda di Briatore che nonostante frequentasse lo stesso istituto tecnico geometra di Cuneo Flavio fosse un autentico perdigiorno e uno zuccone, superando a stento gli esami e su quando un giorno alla guida di una macchina andò giù per una scarpata facendo un pauroso incidente, Briatore, racconta Odifreddi nella vecchia intervista, scomparve dalla città ritornando dopo qualche anno ricco e coperto di gloria, in maniera sospetta.
Sul soggetto che ha tenuto tanta prestigiosa lezione basta dire quanto detto poc'anzi. Sulla Bocconi e sui suoi studenti basta far calare un piumone pietoso, certo è risaputo che da quella università uscirà la nuova classe dirigente, i nuovi colletti bianchi, coloro che siedieranno dentro la stanza dei bottoni.
I risultati sono evidenti, di bocconiani ne abbiamo avuti anche al governo Monti, creando disastri e facendo rimpiangere il governo dei nani e delle ballerine.
Per il momento ai futuri laureandi della Bocconi auguriamo di abbottonarsi bene la camicia bianca, inamidarsi il colletto e cominciare a esercitarsi a portare i piatti e apparecchiare i tavoli, ad accogliere i clienti proni se non prostrati per terra, chissà se con la laurea in tasca a furia di leccare il culo a qualche loro cliente milionario, non vengano assunti da Briatore per lavorare al Billionaire oppure farsi fare una foto con un dirigente di azienda multinazionale che, sfruttando i lavoratori ha avuto più culo di loro nel finire nella stanza dei bottoni con le segretarie sbottonate che fanno gavetta e.....Bocconi!

lunedì 5 maggio 2014

Indietro tutta!

Sabato sera 3 maggio 2014 è andata in onda l'ennesimo teatrino italiano. Dalla serie "non facciamoci mancare niente" è arrivata anche l'ennesima vergogna. Dopo gli ammonimenti le multe comminate a nostro danno dalla UE per le finanze allegre, i crolli di Pompei ecco il circo degli italiani e delle loro istituzioni.
Una finale di coppa italia interrotta, per un ultras napoletano, Giggino a' Carogna noto camorrista che avendo il totale controllo della curva partenopea ha fatto il bello e il cattivo tempo urlando, incitando, minacciando disastri su e giù per lo stadio con tanto di maglia inneggiante alla liberazione di Speziale, il tifoso catanese arrestato e condannato per l'omicidio Raciti qualche anno fa durante la guerriglia dopo il derby tra Catania e Messina.
Le immagini mandate in onda fanno davvero ribrezzo: uomini delle istituzioni grondanti di sudore, tremanti di paura che balbettavano monosillabi inconcludenti al momento del fischio di inizio, i presidenti di napoli e Fiorentina, le due squadre finaliste, che parlottavano davanti al presidente del Consiglio Matteo Renzi che sembrava l'incarnazione di un lillipuziano, ispettori di polizia, prefetto, che correvano come donnicciole non sapendo che bengala schivare, giocatori del Napoli che offrivano parole di pace a uomini avvezzi all'uso di armi da guerra.
E poi lui, Giggino 'a Carogna che con tanto di petto in fuori e voce tonante impartiva ordini a una curva intera imbestialita per la notizia diffusasi all'interno dello stadio della morte di un tifoso napoletano; in reraltà un tifoso partenopeo è stato preso a colpi di pistola da un capo ultras romanista che è stato poi massacrato di botte dai delinquenti supporters napoletani prima della gara.
Conclusione: partita svolta in un clima irreale, vinta dal Napoli per 3-1 mentre nel frattempo questore, prefetto di Roma si affannavano a smentire inutilmente quello che è noto a tutti e quello per cui da trent'anni lo stato da il meglio di se: trattative tra stato-mafia e stato camorra, sabato sera.
C'è proprio da andare orgogliosi di essere italiani: in Europa ci facciamo conoscere per il lato peggiore e per sfornare a getto continuo ominidi politici di paglia che giocano con l'economia come un folle cosparso di benzina gioca col fuoco sicuro di non bruciarsi.
Del resto l'Italia e gli italiani sono questi, difficile scovarne di buoni dato che i buoni sono emigrati e forse cambiato nazionalità per troppa vergogna, impossibile anche trovare buoni politici visto che sono il frutto marcio di una mala pianta che sono gli italiani votanti a cui andrebbe escluso per legge il diritto di voto per manifesta incapacità e ai politici escluso di legiferare e governare a cappella per altrettanto manifesta incapacità e squilibrio mentale.
Un Paese che abbia un mezzo decimale di serietà, autorevolezza, capacità avrebbe non solo preso a calci nel sedere i sedicenti uomini delle istituzioni, ma vedendosi circondato da imbecilli che alle urne riescono a esprimere il voto di preferenza per condannati, urlatori, maghi Merlino e fate Morgana avrebbe preteso che questo paese, nella fatttispecie l'Italia venga governato e sfruttato come una colonia, o peggio espulso dall'Eurozona chiedendone a qualche stato magrebino di annetterlo come provincia "ricca". Ricca di demenza politica, ovviamente.
Non ci si dovrebbe stupire più di nulla, gli italiani si meritano il governo e gli uomini delle istituzioni che si ritrovano abituati solo a urlare, minacciare ma poi starsene davanti alla tv o sulle gradinate dello stadio.
Poco prima del fischio d'inizio L'inno di Mameli è stato sonoramente fischiato, nulla di nuovo sotto il sole, si prende di mira solo un obiettivo sbagliato, più che l'inno a essere sommersi non di fischi ma di bastonate sono i politici e i loro votanti.
Elettori indegni che eleggono politici imbelli, incapaci sia i primi che soprattutto i secondi di prendere provvedimenti drastici e limitarsi all'invettiva, all'indignazione orale e a stracciarsi le vesti virtuali.
Il Paese dell'economia più pericolosa del mondo si scopre anche essere Giuda che si vende alla malavita per trenta denari e ai poteri forti e lobbies per trenta milioni di euro.