Ancora una volta a commentare sull'ennesima figura di cacca di questa fogna italica a cielo aperto.
I funerai svoltisi nei giorni scorsi di Vittorio Casamonica boss di una delle famiglie della mafia capitolina ha scatenato una montagna di polemiche e, cosa non solo non secondaria, ma irritante, le opinioni scellerati di opinionisti, tuttologi e canagliume del social network.
Come sempre adesso si cerca di chiudere la stalla quando ormai i buoi sono scappati e quando tutto èì finito: le esequie degne di un principe della vecchia nobiltà romana scadute nel trash che è il costume della gentaglia mafiosa, si sono svolte tranquillamente gestite dagli stessi parenti della vittima come se si trattasse di gestire un qualunque affare mafioso o un traffico di stupefacenti.
Ciò che manda in bestia è che le istituzioni, a partire dal ministro dell'interno, dal prefetto di Roma, dal comandante dei carabinieri, per finire alla polizia municipale sapevano ciò che sarebbe accaduto e hanno addirittura prestato il fianco fingendo di non sapere, dichiarando oggi, che "ci sono stati errori gravi nella vicenda" come a dire "ci scusiamo per il previsto disagio".
La cosa peggiore è che, come nella migliore tradizione italica adesso si urla allo scandalo, si chiede la testa dei responsabili, si agitano le forche, si minaccia la sommossa virtuale quando sarebbe bene fare prima uno scrupoloso esame di coscienza.
Da decenni la corrente permissivista e deregolamentatrice di certa politica ha permesso che si arrivasse a tanto sfacelo.
Le leggi che hanno consentito al giudice di firmare il permesso ai parenti del boss, in carcere di assistere ai funerali, non esiste dall'altro ieri ma è frutto di un percorso legislativo che mettendo in evidenza i vantaggi, ne ha nascosto volutamente gli svantaggi.
La legge che ha introdotto in Italia ( e altrove) la concessione degli sconti di pena, delle pene alternative, la possibilità di scarcerazione per buona condotta et similia, sono il risultato di ragionamenti irresponsabili che puntando sul fatto che il sistema penitenziario deve essere un sistema rieducativo, hanno tralasciato quello punitivo snaturandolo e ponendolo all'angolo.
Non sono una persona che pretende la reintroduzione della pena capitale (giammai!), ma neanche una persona che è disposta a osservare che criminali inveterati escano ed entrino a piacimento (loro) dal carcere con le istituzioni impotenti perchè permissiviste. Forse è il momento di rivedere la struttura di questo Paese ormai insostenibile puntando decisamente su un modello centralizzato e gerarchizzato osservante dei diritti umani e della libertà ma, che si assuma le sue responsabilità.
Sulla Chiesa che solo oggi si infuria urlando anch'essa allo scandalo, nulla da dire. Partendo dal prete esso non ha colpe in quanto il funerale è un sacramento cristiano che non può essere negato solo perchè il defunto è un ex galeotto ed ex delinquente, d'altra parte si fa notare che la stessa parrocchia ha negato le esequie a Piergiorgio Welby, decisione discutibile ma si dimentica che i funerali non sono un diritto dell'uomo e del cittadino da reclamare, ma un sacramento e un tempo, i suicidi (per la Chiesa forse si tratta anche di ciò nel caso di Welby) venivano seppelliti in terra sconsacrata con i cani, altri tempi, e anche altro sentimento cattolico, puro e senza compromessi, sceso a prostituirsi, oggi, con il positivismo e il relativismo di matrice secolare.
Del resto non vedo neanche perchè pretendere il commissariamento come scrive Saviano, in quanto non ci sono gli estremi e neanche per un periodo di interdizione (l'interdetto è una misura punitiva ecclesiastica che proibisce la celebrazione della Messa all'interno della Chiesa e all'interno della comunità colpita), ci sarebbe forse da discutere sul fatto che forse (ma le prove?) il prete sia stato corrotto o "costretto" a cedere davanti alla prepotenza di certi elementi, ma, per l'appunto, lo si venga a dimostrare.
Restano le immagini eloquenti di una figuraccia internazionale che ha messo a nudo le incapacità di una classe politica e dirigente incompetente che avrebbe dovuto essere spazzata via con tanto di esonero generale.
restano le frasi fatte, i commenti, le polemiche, degli utenti e dei cittadini bovi cornuti e mazziati che invece di pretendere spiegazioni prima hanno ceduto sullo snaturamento del sistema carcerario in senso più buonista, poi adesso, ne piangono le dolorose conseguenze e la sfacciataggine dei parenti del boss defunto, esaltandosi per il papa social che va a messa con i fedeli ma non esige di sapere la dottrina del Buon Pastore oppure, dall'altro lato si chiede la chiusura della parrocchia come se fosse un covo di militanti o di terroristi cattivi che negano ad uno ciò che concedono ad un altro, misurando la Chiesa e la sua dottrina con metro inutile dei diritti dell'uomo e del cittadino.