venerdì 6 dicembre 2013

Chi va e chi resta.

Si è spento serenamente Nelson Mandela l'indiscusso protagonista della lotta (vinta) contro il regime di apartheid in vigore in Sudafrica dal 1948 al 1994.
"Madiba" ha trascorso quasi trent'anni segregato nel carcere di Robben Island a causa della sua implacabile volontà di porre termine a un regime razzista tra i più vergognosi della storia che non ha infettato solo lo Stato Sudafricano ma anche, incredibile a dirsi, anche gli Usa per cento anni dopo la fine della Guerra di Secessione e prima che Martin Luther King pronunciasse la famosa frase "I have a dream" che per incanto abbattè una delle pagine più vergognose della cosiddetta democrazia a stelle e strisce.
Il corso della sua vita ovviamente è stato coronato anche da successi politici e personali come la nomina a Presidente del Sud Africa nel 1994 terminata cinque anni più tardi cui Mandela decise di non ricandidarsi e abbandonare la vita politica restando un colosso della lotta senza quartiere contro la segregazione razziale.
A proposito della rinuncia alle ricandidature, fossero così anche i politici di casa nostra, e non mi riferisco certo al loro impegno contro ogni forma di razzismo visto che a parole, se la cavano abbastanza bene, ma quanto al fatto di rinunciare a qualcosa che siano rimborsi elettorali oppure ricandidature o poltrone date per intercessione politica.
La corte Costituzionale ha sentenziato un verdetto che non poteva essere altrimenti: il Porcellum varato nel 2005 con la Firma di Ciampi allora Presidente della Repubblica, è tutto incostituzionale, siamo in attesa delle motivazioni ma nessuno sente il bisogno di queste formalità.
Una legge elettorale che elimina il diritto di esprimere le preferenze lasciando ai partiti la comodità di inserire i propri candidati non si ha traccia nemmeno durante il ventennio fascista o durante gli anni del Terzo Reich.
In Italia da qualche anno a questa parte per il fatto che nessuno vuole assumersi responsabilità si aspetta sempre che qualcuno tolga le castagne dal fuoco col rischio di scottarsi, La Corte Costituzionale ha fatto paerte del suo dovere e purtroppo è già tanto visto che un Paese un po' più civile sarebbero immediatamente condannati senza essere perseguiti chi la legge la propose, la votò, la firmò e la fece promulgare.
Adesso siamo in attesa che si faccia una legge elettorale senza tanti meccanismi complicati tornando al semplice e puro proporzionale senza soglie di sbarramento e premi di maggioranza che non governa. pace all'anima di coloro che urlano per la possibile ingovernabilità: De Gaulle affermò un giorno che era impossibile governare un Paese, la Francia, che ha decine di tipi diversi di formaggi, figuriamoci l'Italia.
Mai come in questo momento risalta l'esattezza di un vecchio adagio: "Sono sempre i migliori quelli che se ne vanno" infatti loro ci lasciano e noi restiamo ad affogare nella melma di una classe politica che non è nemmeno una frazione di cellula umana rispetto a chi ha avuto coraggio, onore e dignità e vinto le sue battaglie ben più dure di leggi elettorali o di stabilità.